Quindici anni di cammino

A Napoli, dove Chiara Lubich dette vita al Movimento politico per l’unità, un convegno per fare il punto sul percorso compiuto e sulle prospettive aperte. Dal nostro inviato
Movimento politico per l'unità napoli

Promesse rispettate. Gran bel risultato quando c’è di mezzo la politica. «Non sarà un convegno celebrativo ma un’occasione per verificare il cammino compiuto dal principio della fraternità in politica in questi primi 15 anni», aveva annunciato nell’aprire i lavori Giovanni Lucchese, il giovane presidente del centro regionale della Campania del Movimento politico per l’unità (Mppu), organizzatore dell’appuntamento. Sala funzionale e poltroncine vellutate nell’auditorium del Consiglio regionale accolgono gli oltre 150 partecipanti (dai parlamentari nazionali ai cittadini impegnati localmente) interessati a fare il punto sui risultati raggiunti e a guardare avanti.

 

Certo, in fedeltà all’intuizione originaria di Chiara Lubich, ma appassionatamente spinti a coniugare la fraternità con il travagliato presente e consapevoli che – come recita il titolo – resta “Una sfida per la politica”. Napoli soleggiata, 20 giugno, ultimo giorno di primavera, è solo una sosta nel percorso illuminato dal carisma dell’unità. Fraternità e politica suonano come un connubio inconciliabile.

 

Eppure, Letizia De Torre, parlamentare del Pd, parla a nome della settantina di parlamentari coinvolti dei diversi partiti e racconta della piccola cellula nelle due Camere che si è ingrandita in questi tre lustri, degli incontri spirituali e culturali (aperti a tutti i soggetti della sfera politica) che si tengono dal 2001, del laboratorio sulle riforme istituzionali avviato da quasi due anni, del più recente confronto per varare una proposta sulla riforme della legge elettorale. E poi l’impegno quotidiano a trasfondere nel proprio partito la cultura del dialogo, avendone sperimentati i vantaggi tra loro. Qualcosa di analogo avviene anche nei parlamenti di Argentina, Brasile e Corea del Sud, mentre nelle Camere di vari Paesi di Europa e Africa si stanno già muovendo i primi eletti.

 

In questi quindici anni sono sorte anche scuole di partecipazione indirizzate ai giovani. Le coordina Elio Giannetti, che elenca le dieci esistenti in Italia e le quattro di imminente apertura, le quindici dell’Argentina, la dozzina del Brasile e quelle in Paraguay e Corea del Sud. L’associazione “Città per la fraternità” è sorta solo nel 2008, riferisce Pasquale Boccia, fresco di secondo mandato alla guida del comune di Rocca di Papa, sui Castelli romani, e conta già l’adesione di 103 comuni, che ha originato rapporti tra sindaci e tra amministrazioni che scoprono gli effetti del paradigma della fraternità nel governo del territorio e si scambiano le buone pratiche.

 

Non solo prassi, tuttavia, ma anche dottrina, grazie alla riflessione di docenti universitari e diplomatici, che stanno elaborando i fondamenti politologici del principio di fraternità, come si ricavava dalla presenza di Daniela Ropelato, docente di scienza politica all’istituto universitario Sophia di Loppiano, che ha tenuto una relazione su Igino Giordani, eletto alla Costituente, quale artefice e anticipatore della politica di comunione.

 

La Lubich fu spinta a dar vita al Mppu in quel 2 maggio 1996 a Napoli per il semplice fatto che politici di diversi partiti legati alla sua spiritualità le chiesero di incontrarla. Ma in seno ai Focolari esponenti di partiti e parlamentari sono stati presenti sin da quando, nel 1948, Chiara incontrò Giordani, ha ricordato Eli Folonari, responsabile del Centro Chiara Lubich e per oltre 50 anni a fianco della fondatrice, collocando così la tappa fondativa del Movimento politico nel percorso storico dei Focolari.

 

Guardando al futuro, Marco Fatuzzo, presidente del centro internazionale del Mppu, ha tratteggiato la visione di Chiara sulla politica e il conseguente impegno a portare la cultura dell’unità e del dialogo nei diversi partiti. Ha tenuto a precisare inoltre che l’ultimo impegno pubblico della fondatrice fu di natura politica: la II Giornata dell’interdipendenza tenutasi a Roma nel settembre 2004. Nell’occasione, la Lubich fece un primo consuntivo del Mppu, definendolo alla luce degli otto anni di vita «un laboratorio internazionale di lavoro politico comune tra cittadini, funzionari, studiosi, politici impegnati a vari livelli, di ispirazioni e partiti diversi, che mettono la fraternità a base della loro vita e, solo dopo, si muovono nell’azione politica».

 

Paolo Romano, presidente del Consiglio regionale, non si è limitato ad un saluto e ha voluto dare valore aggiunto e prospettive al convegno firmando davanti ai presenti il protocollo d’intesa all’associazione “Città per la fraternità”, un’adesione che ha visto il convinto concorso di tutte le forze politiche presenti in Regione.

 

In apertura era stato letto il messaggio del capo dello Stato Napolitano, in cui affermava che «nel solco del luminoso magistero umano e spirituale della grande Famiglia focolarina, il principio della fraternità – che racchiude e riflette in sé l’esercizio del dialogo, della tolleranza e del rispetto dell’altro – si pone quale fondamento ineludibile non solo della convivenza civile, ma anche nella stessa azione politica». Maria Voce, presidente dei Focolari, aveva posto in luce, nella lettera di saluto, «che la fraternità universale,, indicata da Chiara Lubich come fondamentale categoria della politica, è stata ed è la guida dell’agire del Mppu, cominciando, senza far rumore, ad incidere positivamente nel tessuto politico e sociale». In definitiva, promesse mantenute.

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