Questa improvvisa voglia di jazz
Èla nuova mania. Sull’onda dei clangori mediatici di personaggi come Norah Jones, Michael Bublè Diana Krall e Jamie Cullum, il mercato musicale sembra aver improvvisamente (ri)scoperto il jazz. In tutte le sue innumerevoli sfumature: dallo swing al neo cool, dagli standard be-bop, ai nuovi crooner è tutto un fiorire di nuovi personaggi che, dopo anni di durissime segregazioni, s’affacciano sui circuiti di massa. Stilisticamente sempre più contaminato e trans-generazionale come dimostrano i prossimi, ghiottissimi cartelloni di Montreux e di Umbria Jazz, il fenomeno sta dilagando anche in Italia dove sono soprattutto le donne a guidare l’assalto ai mercati. Mai come oggi l’offerta è stata tanto variegata. Accanto a maestri storici come Enrico Rava, Paolo Fresu e i Doctor 3 di Danilo Rea, c’è davvero di tutto. La sopravvalutata Amalia Grè strizza un occhio al bossa nova brasiliano, la big band di Alfredo Rey nel divertente Alta infedeltà (Nun) rilegge in chiave swing i classici della nostra canzone d’autore (da Balla balla ballerino a Xdono passando per Albachiara!); Nicky Nicolai – guarda caso moglie del noto sassofonista Stefano di Battista – nel suo morbidoso Tutto Passa (Virgin) fa il verso alla Mina degli anni Sessanta, Neffa si rifà al Caputo degli anni Ottanta (anche lui prossimo al ritorno sulle scene), la rediviva Malina lascia il nome d’arte e il poppettino degli esordi per proporsi col suo vero nome (Michela Lombardi) in quintetto, con un esercizio di rilettura di vecchi standard nell’elegante Small day tomorrow (Philology). Non sempre ciò di cui più si parla è quanto di meglio si trova sul mercato. Così può accadere che passi quasi inosservato un piccolo gioiello come Elle (Velut Luna) della bravissima Lucia Minetti (che troppi continuano a confondere con l’Annalisa di sanremese memoria) supportata dal mentore Giorgio Gaslini, o lo spericolato OMP (Cni) firmato da Carolina Brandes e un sestetto di eccellenti musicisti: due album Lucia Minetti Jamie Cullum Diana Krall di altissimo livello, apprezzabili anche da un pubblico non avvezzo a tali ambiti, così come il delizioso Capri Apokalypse (Polo Sud) dei partenopei Loup Garou. Ma si sa: quando c’è da sgomitare, raramente il talento e la coerenza battono la furbizia. Ad ogni buon conto la febbre in corso non è la Sars. Certo c’è il rischio di una banalizzazione delle formule espressive, ma è altrettanto probabile che essa finisca con l’innescare un benefico effetto didatticodivulgativo, avvicinando un bel po’ di giovani ai grandi maestri, di ieri e di oggi. Esattamente come a suo tempo il rock’n’roll dei bianchi fece scoprire al mondo il rhythm’n’blues dei neri. E chissà mai che un Francesco Cafiso (quattordicenne siciliano già stella del jazz mondiale) non resti un caso isolato. Del resto più grave è la crisi (il mercato discografico ha perso nell’ultimo anno un altro 7,6 per cento di fatturato), più crescono le opportunità per quanti giocano sulla qualità più che sulla quantità. Sempreché questo derelitto mondo consenta ancora ai suoi più appassionati frequentatori il piacere – e il dovere – del gioco. CD NOVITÀ RINCE MUSICOLOGO Sony Il piccolo principe di Minneapolis torna al servizio di una major e scimmiotta il sé stesso degli anni Ottanta. Questo suo venticinquesimo album non è un capolavoro, ma basta e avanza per ribadire al mondo d’essere ancora il primo della classe. AEROSMITH HONKIN’ ON BOBO Sony Una delle band storiche del rock americano riscopre gli antichi amori: blues ruspante iniettato d’energia: per spiazzare i fans, convertire i detrattori, e fermare il Tempo. PATTI SMITH TRAMPIN Sony La rockeuse è tornata, ed è in gran forma. Nono album in trent’anni di carriera: tra epicità, poesia, umanesimo pacifista, e misticismo, un ritorno ai fasti e all’intensità dei suoi esordi. f.c.