Quello che Facebook sa di noi
Nelle scorse settimane Facebook ha sospeso Cambridge Analytica, società che si occupa di profilazione degli utenti sui social network e che aveva ottenuto dei dati che aveva categorizzato per creare un enorme database di preferenze, opinioni e modelli di consumo di milioni di utenti, poi rivendendoli. Questa vicenda ha riacceso i riflettori sulla eterna questione della privacy e dell’utilizzo dei nostri dati da parte dei colossi della comunicazione digitale.
Partiamo da tre dati di fatto. Il primo è che la privacy su Internet non riguarda solo la relazione con gli altri utenti, ma riguarda anche la relazione “verticale” con le piattaforme che immagazzinano ciò che noi condividiamo. Per questo, invece che come diritto alla segretezza, dovremmo incominciare ad intendere la privacy sui social network come al diritto di decidere come e chi possa utilizzare i dati che diamo “spontaneamente”.
Perché, e questo è il secondo dato di fatto, Facebook “non ruba” i nostri dati, ma siamo noi a darglieli a suon di “mi piace”, commenti, risposte a sondaggi e giochini vari. Pare che attraverso le nostre preferenze, opinioni, interazioni e modelli di consumo Facebook costruisca un nostro “profilo ombra parallelo”.
Il terzo dato di fatto è che Facebook & company sono aziende, e come tali devono fare profitto. Come? Permettendo alle aziende di utilizzare, in vari modi, i dati che noi gli affidiamo, come previsto dalle policy che abbiamo sottoscritto al momento della registrazione. E se non possiamo evitare di venire tracciati, esistono però alcune regole che possono limitare la quantità delle impronte che lasciamo in Rete.
Conoscere cosa i social network sanno di noi
Nel caso specifico, per sapere cosa Facebook sa di noi è sufficiente cliccare, nella sezione delle Impostazioni, la voce “Scarica una copia dei tuoi dati”, attraverso cui, in una decina di minuti, possiamo avere un file contenente tutti i dati immagazzinati sul nostro conto. Attraverso questa funzionalità nei giorni scorsi è stato ad esempio scoperto che grazie ad un’autorizzazione data (spesso inconsapevolmente) alla app Messenger, Facebook ha accesso anche ai nostri sms e chiamate.
Non utilizzare “Accedi con Facebook”
Facebook riceve informazioni anche su ciò che noi facciamo al di fuori del suo ecosistema. Come? Sarà capitato che per la registrazione ad un servizio online (firma di petizioni, BlaBlaCar, Groupon, il sistema stesso di commenti al nostro sito, etc) invece di creare un account “ad hoc” ci venisse proposto di accedere, con un solo click, attraverso i diversi account social. Ecco, stiamo regalando i nostri dati di Facebook a queste aziende, e a Facebook tutto ciò che facciamo su questi altri siti. Per evitare questo scambio di dati, il consiglio è quello di non utilizzare questa modalità per registrarsi ai diversi siti/servizi, ma di creare un account apposito.
Tenere sotto controllo i dati a cui accedono le app
Quello di Facebook è in realtà un ecosistema: composto dal social network, da WhatsApp, da Messenger, ma anche da tutta una serie di app, tra cui spiccano i giochini e i sondaggi. Per utilizzare queste app è necessario fornire loro diverse autorizzazioni, azione che purtroppo spesso facciamo senza pensare troppo a ciò che questo comporta: che gli sviluppatori di quelle app possono accedere ai nostri dati.
Sempre nella schermata delle Impostazioni di Facebook c’è una voce App in cui è possibile vedere l’elenco delle applicazioni che abbiamo utilizzato: cliccando su ognuna di esse possiamo vedere quali autorizzazioni abbiamo dato e, togliendo la spunta, revocarle. Se vogliamo scollegare una app dal nostro profilo è sufficiente cliccare la X grigia (poco visibile) che si trova accanto al suo nome. Questo però non elimina i dati che abbiamo consegnato al loro sviluppatore: seppur esista una voce “Rimuovi le informazioni raccolte dall’applicazione”, per fare questo è necessario contattare direttamente chi ha sviluppato quella app, senza la sicurezza che essi vengano effettivamente cancellati.
Leggere le richieste delle app che installiamo
Per evitare di trovarci nella situazione di aver consegnato a sconosciuti molti dei nostri dati, è bene sempre prendersi un po’ di tempo per leggere i permessi che ci vengono richiesti quando installiamo un’app, evitando di dare, se consentito, quelli che ci sembrano più invasivi.
Controllare spesso la sezione Privacy delle Impostazioni
Il caso Cambridge Analytica ha reso visibile quanta poca consapevolezza abbiamo riguardo a ciò che riguarda la nostra privacy online e come per un normale utilizzatore di Facebook non sia per nulla semplice trovare e capire gli strumenti messi a disposizione per gestire i propri dati. Proprio per questo, dopo essere finita nell’occhio del ciclone, Facebook ha annunciato di voler lanciare funzionalità più chiare e visibili, riunendo in un unico posto quello che prima si trovava in molti posti differenti. Sarà a breve introdotta la possibilità di cancellare – si dice in maniera definitiva dai server della piattaforma – vecchi post, reazioni, commenti e cronologia delle ricerche che non si desidera più avere sulla piattaforma. Oltre a poter rivedere le richieste di amicizia e gestire le informazioni usate per gli annunci pubblicitari.
Cancellarsi da Facebook
Lasciamo per ultima l’opzione più drastica, quella di cancellarsi da Facebook. Scelta legittima, anche se potrebbe non bastare. Non è infatti chiaro se i dati vengano davvero eliminati dai server di Facebook oppure vengano “congelati” nella possibilità di un ripensamento. Come abbiamo visto, Facebook è in grado di immagazzinare dati anche da altre fonti, quindi non è da escludere che anche chi non è registrato su Facebook non sia, in qualche modo, già “preventivamente” schedato.
La parola d’ordine è, come al solito, consapevolezza di un modello economico digitale che sta cambiando: noi e i nostri dati siamo la moneta di scambio per tutto ciò che possiamo fare online.
Se avete qualche domanda più tecnica su come utilizzare le funzionalità della privacy di Facebook, utilizzate i commenti qui sotto.