Quel vivere in relazione che arricchisce ogni rapporto

Una straordinaria mattinata con le Famiglie nuove del Movimento dei focolari, dove il Vangelo si fa vita quotidiana, cambia i rapporti, dona progetti e futuro
Milano. Appuntamento dei focolari per l'incontro mondiale della famiglia

Nel prato accanto alla struttura del Carroponte a Sesto S. Giovanni, immediata periferia di Milano, i bimbi giocano, creando geometrie colorate e variopinte. I genitori li lasciano “sfogare”, perché il recinto garantisce una buona sicurezza. Sotto la struttura intanto le famiglie prendono posto. E quell’universo di affetti e sentimenti trova spazio, e si armonizza in questa mattinata che affratella migliaia di coppie giunte da mezza Italia, ma anche da tanti altri Paesi. Da alcuni giorni a Milano si parla di famiglia, di lavoro, di festa, di welfare e di matrimonio, e qui al Carroponte  le famiglie del Movimento dei focolari si sono dati appuntamento, in attesa dell’incontro del pomeriggio con il Papa. Titolo della mattinata è “Famiglie in festa”.

Un arco in tubi da carpenteria copre solamente il palco, il resto è a cielo aperto, le nuvole non minacciano pioggia e riparano dai raggi a piombo del sole, che di tanto in tanto si mostra, creando giochi di ombre allegre e nuove geometrie che appena si definiscono subito scompaiono. Ci sono pure i gerani a far da cornice al palco: sono rossi e bianchi. E c’è un coro molto nutrito che accoglie con canti chi arriva. A chi giustamente lamenta il bisogno di famiglia, la risposta qui la può trovare. E il modello di famiglia a cui fare riferimento e a cui guardare, lo indica la presidente del Movimento dei focolari, Maria Voce, che nel suo saluto esordisce così: «Sappiamo che la famiglia è stata fatta da Dio a sua immagine e quindi è chiamata a vivere “in relazione”: l’uomo e l donna sono chiamati alla comunione, a immagine del mistero d’amore dello stesso essere di Dio che è Trinità. Così l’amore umano può vivere allo stesso tempo l’unità e la distinzione. Per questo Chiara definiva la famiglia: “Uno scrigno, un mirabile intreccio di relazioni d’amore, di familiarità, di amicizia: amore nuziale, amore materno, paterno, filiale, amore fraterno”. E Igino Giordani primo focolarino sposato la chiamava “Comunità d’amore” convinto che “salvare la famiglia è salvare la civiltà».

Di comunità d’amore parlano Franco e Giovanna e di quando per la prima volta sentono parlare di amore, di amare per primi, di dare la vita l’uno per l’altro, di queste parole che non conoscevano prima, ma che da subito li attraggono. Così piano piano incominciano a sperimentarle anche fra di loro, nella vita di tutti i giorni. Imparando ad amarsi in quel modo, senza pretendere di cambiarci o di aspettarsi che l’altro la pensasse uguale. Sperimentano di volersi ancora bene! Questa esperienza ha cambiato la loro vita, ha contagiato presto altre famiglie e il loro matrimonio è rifiorito grazie a questo nuovo modo di vivere il Vangelo.

Di Vangelo vissuto è ricca la testimonianza di altre coppie come Giulia e Luca, Mary e Samuel, Lucia e Carlo. Piccoli e grandi fatti di vita vissuta, che convertono, che danno senso e speranza al quotidiano. Ma se festa deve essere e festa sia! Quando Max e Marcello del “Teatro Daccapo” salgono sul palco ti puoi aspettare di tutto. Recitano, fanno i giocolieri, coinvolgono il pubblico. E poi ci sono loro, i bimbi che sguizzano tra i corridoi, che fanno correre dal fondo del sala fin sul palco il dado dell’amore. E raccontano mille e mille fatti di come riescono a voler bene ai loro compagni a scuola, ai genitori, e persino ai loro insegnanti. Finisce qui il programma ma tante, tante cose, restano nella penna del cronista, che ancora una volta meravigliato si trova a dover sintetizzare in una pagina i racconti di molte, davvero moltissime vite, altrettanto ricche, perché tutte condite dall’amore evangelico.

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