Quel lungo abbraccio a Mariella
Significativi riconoscimenti per Maria Voce nella recente visita nella sua terra d'origine.
Verrebbe spontaneo ricondurre al carattere di un popolo ospitale e di cuore il calore e le espressioni affettuose con cui, a fine marzo, la nuova presidente dei Focolari è stata accolta nella sua Calabria anche da parte di autorità civili e religiose. Ma come interpretare l’ottimismo e la speranza che questa settantaduenne che ricorda vagamente la Lubich (se non altro nel candore dei capelli) ha saputo sprigionare attorno a sé negli incontri ufficiali al Tribunale di Cosenza, dove è stata la prima donna avvocato di quel Foro, e nel suo paese natale di Aiello Calabro?
Me lo spiego così: nella persona di Maria Voce è stato evidentemente riconosciuto l’apporto di un carisma e di una presenza non numerosa ma fortemente motivata: quella della comunità calabrese dei Focolari, che con tenacia e coraggio, su vari fronti, è espressione di una Calabria sana, di una Calabria che s’impegna per promuovere una coscienza civica e una cultura della partecipazione e della vita; di una Calabria, insomma, diversa dall’immagine su cui troppo spesso insistono i media e che parla di violenza, di disoccupazione, di illegalità, di omertà, di poteri deviati.
Non a caso a Cosenza, il 27 marzo, dopo aver visto il suo nome iscritto nell’Albo d’onore dell’Ordine degli avvocati di quella città, la stessa Voce, portando la testimonianza dei Focolari, ha fatto riferimento ad un Vangelo vissuto «anche oggi, anche negli ambienti più difficili», ad una «vita che genera speranza, fiducia, ottimismo e gioia, gioia vera, autentica, la gioia di sentirsi ed essere protagonisti di quella umanità più fraterna e perciò più giusta che tutti desideriamo.
«Un piccolo gruppo di questa comunità è qui presente – ha proseguito la presidente –. Permettetemi di dedicare proprio a loro, in modo particolare, questo riconoscimento di oggi, cosciente che è la sua testimonianza che lo ha reso possibile e che continuerà a sostenere in questo impegno quanti vorranno farne l’esperienza».
Su questo argomento che le sta evidentemente a cuore è ritornata il giorno seguente ad Aiello, dove nella chiesa di Santa Maria Maggiore le è stata consegnata una targa in segno di riconoscenza per la notorietà mondiale che sta dando al paese natale e alla propria regione. A conclusione infatti di un discorso spontaneo e molto “calabrese”, Maria Voce ha voluto sottolineare «la presenza di questa famiglia del movimento che rimane qui, perché io partirò, Dio mi porterà da altre parti, ma ci sono persone del movimento nel comune di Aiello, nella provincia di Cosenza e nella regione Calabria, che possono portare avanti questa testimonianza di amore scambievole e lavorare insieme per una umanità più fraterna, più giusta, dove a nessuno manchi possibilmente né il lavoro né il pane quotidiano, e soprattutto la vicinanza, l’amicizia di persone».
La visita della presidente in Calabria si è conclusa il 29 marzo a Lamezia Terme con il festoso abbraccio che ha voluto tributarle il “popolo di Chiara” venuto dalla regione, dalla Sicilia e da Malta. Abbraccio ricambiato con l’incoraggiamento, da parte sua, ad affrontare uniti i contrasti e le difficoltà di questa terra bellissima, a trarne incentivo per crescere, per impegnarsi di più. «Ho trovato qui un potenziale straordinario – ha osservato –. Altri potranno avere una qualche fiammata, una qualche apparenza di vittoria, ma la vittoria è di Gesù, di Gesù in mezzo a voi. Lui sa quali passi fare oggi, quali domani e quali dopodomani. La vittoria è sua, siate sicuri di questo».