Quel che già unisce i cristiani

Sulla strada verso l’unità, è importante avere le idee chiare su ciò che i cristiani possono già vivere e fare insieme. Il breve ma intenso vademecum scritto dal presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani offre dei suggerimenti pratici per mettere in opera e dar nuovo vigore all’ecumenismo spirituale, cuore di ogni sforzo per riunire i cristiani divisi in un’unità piena e visibile. Tale ecumenismo spirituale invita alla conversione del cuore, alla santità di vita e alla partecipazione alle preghiere pubbliche e private in favore dell’unità dei cristiani. Anche se essi possono rallegrarsi del fatto che tutto ciò che li unisce è immensamente più importante di ciò che li divide, bisogna riconoscere l’esistenza di ostacoli teologici. E siccome resta ancora molto da fare per arrivare all’unità visibile delle Chiese, i cristiani sono invitati e incoraggiati a partecipare insieme ad attività spirituali, a far uso delle risorse comuni, a fare insieme tutto ciò che è possibile sulla base del grado di comunione esistente. Questo libretto passa così in rivista, e nel dettaglio, con preziose spiegazioni e precisazioni, tutti gli aspetti che permettono di approfondire la fede cristiana, di pregare, di celebrare, di dare testimonianza. In primo luogo, i cristiani sono invitati a operare per una comprensione comune della Scrittura (gruppi di lettura e di studio della Bibbia, diffusione della Parola di Vita, studio dei testi teologici e spirituali delle diverse tradizioni cristiane…). Un capitolo a parte è dedicato a Maria, la Madre di Dio (riconoscere il posto centrale che occupa nella Scrittura, promuovere la conoscenza e il rispetto reciproco tra diverse Chiese a proposito delle forme di pietà verso Maria…), ai martiri (fare delle preghiere ecumeniche per i cristiani delle diverse Chiese che sono ancora vittime di persecuzioni e violenze…) e ai santi (attirare l’attenzione sul patrimonio di fede comune a proposito dei santi del periodo apostolico, celebrare quelli che hanno operato particolarmente per la riconciliazione dei cristiani…). A proposito della preghiera in comune coi membri di altre Chiese, la Chiesa cattolica la incoraggia come un mezzo efficace per implorare da Dio la pienezza dell’unità dei cristiani. E ancora: essa dovrebbe dunque avere un posto di spicco in ogni orazione comunitaria : settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, giornate mondiali di preghiera, periodi importanti dell’anno liturgico, riunioni ecumeniche… Sottolineando poi che le celebrazioni dei sacramenti, in particolare l’Eucaristia, sono essenzialmente legate alla piena comunione ecclesiale e alla sua espressione visibile , il testo ricorda tuttavia che la Chiesa cattolica non autorizza ancora a spezzare insieme il pane eucaristico, anche se menziona alcuni progressi fatti in circostanze precise. Visto che la divisione è molto più visibile e tangibile quando le persone, appartenenti a diverse Chiese e Comunità ecclesiali, vivono fianco a fianco nelle città o nei villaggi (…), le parrocchie e le comunità locali hanno una particolare missione nel promuovere la crescita della comunione. Apprezzamento del valore delle rispettive tradizioni, cooperazione e impegno comune sui problemi sociali, missione verso coloro che non credono o la cui fede è messa in dubbio nella società contemporanea… Tutto ciò fa parte della ventina di proposte concrete e applicabili immediatamente presenti nel volume del card. Kasper. Le comunità religiose, quelle monastiche e i movimenti ecclesiali, in particolare i giovani, sono invitati anche a sviluppare delle adeguate forme di impegno ecumenico, visto che questo santo proposito di riconciliare tutti i cristiani nell’unità della Chiesa di Cristo, una e unica, supera le forze e le doti umane.

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