Quattro amici al bar

Riflessione semiseria sulla calda estate di manovre appena trascorsa. Tra un bicchier di coca ed un caffè
4 amici al bar

Che estate! Dapprima mi sopprimono il 25 aprile, il primo maggio, il 2 giugno, le feste patronali, quelle di compleanno e di onomastico, di fidanzamento e di matrimonio. Poi no! Me le rimettono, e pure mi bonificano San Pietro, perché prevista dal Concordato. Già ma San Michele patrono della mia città, e poi San Giovanni, e poi ancora Sant’Ambrogio? Oddio mi salta il riscatto di laurea, urla Bepi che sta pagando fior di quattrini per riscattarsi quei benedetti anni alla Bocconi. Ma no! Non salta niente, ritorna tutto come prima. Scusa: sto dimenticando qualcos’altro? No, per ora va bene così. Per gli Eurobond, a quelli ci pensa Angela la tedesca. Ma la Finanza cercherà di far pagare gli evasori, e stanare i quel 95 per cento dei condonati che non ha pagato, mannaggia a loro.

 

Oddio, tra il caldo soffocante e l’afa che m’impedisce di respirare, mi sento venire un groppo in gola. Eravamo quattro amici al bar, cantava Gino Paoli da Genova parecchi, ma parecchi anni fa, e questi amici volevano cambiare il mondo. Si parlava con profondità di anarchia e di libertà, tra un bicchier di coca ed un caffè, tu tiravi fuori i tuoi perché e proponevi i tuoi farò. Già, amici più o meno. Con la calcolatrice a sei cifre in tasca, e un tovagliolo nuovo su cui appuntare le cifre del debito. Una matita e i conti da far quadrare: tolgo questo, aggiungo quest’altro. Pensiamo a sopprimere i comuni, perché non provarci con le provincie? Tu che dici, per me va bene, basta che non mi tocchi le pensioni: quelle no, no, no. E le tasse? Già, le tasse bisognerà che qualcuno pure le paghi. Eh caro mio, possibile che i preti si debbano tenere l’8 per mille. Chiacchiere e quisquilie.

 

Alla fine son rimasti tre amici al bar, perché uno si è impiegato in una banca. Ha fatto il mutuo per poter andare in vacanza con la famiglia. Non scoraggiamoci, si son detti gli altri, si può fare molto pure in tre. Tra indennità, spese fisse, morte e vive per qualche anno si può ancora campà. Mentre gli altri se ne stanno a casa si parla in tutta onestà di individui e solidarietà. Già, toccare quel poco di welfare rimasto è un peccato mortale! E poi ci sono i tagli agli enti locali, i sindaci chi li sente quelli? Tra un bicchier di vino ed un caffè, si parlava con tenacità di speranze e possibilità, di sindaci, di presidenti di Provincie e di Regioni.

 

Ma alla fine son rimasto io da solo al bar. Gli altri sono tutti quanti a casa. E quest’oggi verso le tre son venuti quattro ragazzini, son seduti lì vicino a me con davanti due coche e due caffè. Li sentivo chiacchierare han deciso di cambiare tutto questo mondo che non va.

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