Quaresima, tempo di novità
Prepararsi a celebrare il mistero pasquale con cuore rinnovato; tornare continuamente con mente e cuore a contemplare la pasqua; rispondere con cuore libero a ciò che Gesù ci offre con il mistero della sua morte e risurrezione. Sono le sottolineature che il Cardinale Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha fatto riguardo al messaggio del Papa per la Quaresima, durante la presentazione presso la sala stampa vaticana.
Un tempo importante per ogni cristiano, di cambiamento interiore, tempo di ascolto, di preghiera, di incontro con Dio e con l’altro. Risuona l’invito a tornare a Dio che per primo va in cerca dell’uomo: «malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi», si legge nel messaggio.
Nella preghiera, nella contemplazione di Gesù crocifisso si svolge un dialogo sincero e fecondo con Dio, ci si apre a un dialogo proficuo e sincero con le persone, con le quali occorre tessere «una nuova rete di relazioni». Infatti, «il dialogo che Dio vuole stabilire con ogni uomo, mediante il mistero pasquale del suo Figlio, non è come quello attribuito agli abitanti di Atene, i quali “non avevano passatempo più gradito che parlare o ascoltare le ultime novità”. Questo tipo di chiacchiericcio, dettato da vuota e superficiale curiosità, caratterizza la mondanità di tutti i tempi, e ai nostri giorni può insinuarsi anche in un uso fuorviante dei mezzi di comunicazione».
Davanti a Gesù crocifisso si contemplano le sofferenze del mondo, le vittime della tratta, delle guerre e delle diverse forme di violenza. «Mettere il mistero pasquale al centro della vita – dice Papa Francesco – significa sentire compassione per le piaghe di cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria».
La Quaresima è tempo di conversione alla carità, alla condivisione che “rende l’uomo più umano”. «Uno dei passaggi più intensi di quest’anno è l’invito a condividere la ricchezza, invece di accumularla», ha commentato Mariella Enoc, presidente dell’Ospedale Bambino Gesù, nel corso della conferenza stampa. «Quante ricchezze si accumulano! Stiamo vedendo quanta profonda ingiustizia sta avvenendo perché le ricchezze sono solo di una parte del mondo e l’altra parte ne è priva. Credo che in questo condividere la ricchezza invece di accumularla ci deve essere anche un grido da parte dei cristiani a invocare la giustizia, perché se non c’è la giustizia è difficile poi fare altri passaggi». In questi termini, ha spiegato, l’ospedale può donare il suo sapere attraverso la formazione dei medici, può condividere la capacità di cura, tenendo sempre presente che alla base di tutto, per trasmettere il sapere e non le mere nozioni, c’è la relazione. «La forma della carità – ha sottolineato Enoc – è la forma della relazione, che è la forma dell’abbraccio, che diventa la forte forma di condivisione».
Conversione all’altro è, quindi, condivisione dei beni non solo attraverso l’elemosina, ma nell’impegno costante e personale a edificare un mondo più equo. «Possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia», afferma Papa Francesco che, in questa ottica, ha convocato il grande evento che si svolgerà proprio in Quaresima ad Assisi e che vedrà riuniti «giovani economisti, imprenditori e change-makers, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale».
La Quaresima è un tempo che la Chiesa propone ogni anno, ma che non bisogna mai dare per scontato: è un’opportunità che dice a ciascuno il desiderio di Dio di dialogare con l’uomo, di stabilire un rapporto personale con ciascuno, di donare la sua misericordia. «Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia – ammonisce il Papa – nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione».