Quarant’anni a tutta velocità
È stata una settimana davvero particolare per Armin Zöggeler: prima, la 58esima vittoria in Coppa del Mondo; poi, la consegna al Quirinale – da parte del presidente Giorgio Napolitano – della bandiera italiana in vista dei Giochi Olimpici di Sochi; infine, il 15esimo titolo tricolore in carriera. Lui, senza dubbio, avrà accolto tali eventi alla sua maniera: senza grandi emozioni, perlomeno in apparenza, ma col giusto orgoglio di chi sa di essersi meritato tutto questo. Perché quando nel tuo palmarès campeggiano – tra gare in singolo e di squadra – cinque medaglie olimpiche (due d’oro), 16 iridate (con sei successi), altrettante europee (tre i titoli continentali), 10 edizioni della Coppa del Mondo e 117 podi nel circuito maggiore di slittino, è evidente che non si ha più nulla da dimostrare a nessuno.
Eppure Armin, che il prossimo 4 gennaio compirà 40 primavere, pare non essersi ancora stancato di lanciarsi a tutta velocità giù per i budelli di mezzo mondo. Anzi, dopo una stagione 2012/2013 piuttosto difficile – chiusa con “soli” tre podi in singolo (un’inezia per lui) e il quarto posto nella classifica generale di Coppa del Mondo -, quest’anno il carabiniere di Foiana si è già portato a casa un successo e un secondo posto individuali in cinque gare disputate, che per il momento lo collocano a soli 49 punti dall’attuale leader della graduatoria, il tedesco Felix Löch. Davvero niente male, se si considerano l’età del fenomeno altoatesino, il dominio incontrastato degli atleti teutonici nelle ultime stagioni e il fatto che in Italia, dopo la chiusura della pista olimpica di Cesana Pariol, non esiste alcun tracciato omologato per slittino, bob e skeleton. Uno scandalo, per un Paese di grande tradizione come il nostro, che ha costretto i nostri atleti ad emigrare all’estero: prova ne è stata l’ultima edizione degli Assoluti, disputatisi nella località tedesca di Königsee. Nell’occasione, Zöggeler ha preceduto l’astro nascente Dominik Fischnaller, già tre volte sul podio di Coppa del Mondo in stagione e secondo in classifica generale a soli 30 punti da Löch.
Ed è stata forse anche l’ascesa dell’enfant prodige azzurro – il quale non manca mai di sottolineare come Zöggeler abbia rivestito un ruolo fondamentale nel proprio percorso di crescita -, a stimolare ulteriormente il campione olimpico di Salt Lake City e Torino, pronto per vivere da protagonista (e questa volta anche da portabandiera) la sua sesta edizione dei Giochi. Nelle precedenti cinque è sempre salito sul podio, ma quest’anno l’impresa si preannuncia molto più difficile: «La pista non è adatta a me – ha recentemente dichiarato Armin -: andare a medaglia sarà davvero dura». Se lo dice lui, realista com’è, c’è da crederci, ma nessun risultato potrà macchiare la carriera del più grande slittinista di tutti i tempi.