Quando l’Europa piace

Un programma della Commissione, “Azioni urbane innovative”, promuove lo sviluppo di imprese con la finalità di migliorare la vivibilità del contesto urbano. Il caso di Cuenca

 

C’è una sensazione generalizzata nei confronti delle istituzioni che gestiscono le politiche europee che sarebbero lontane, molto, molto lontane. E, diciamo pure la verità, tale percezione persiste fin quando capita ad anonimi cittadini di trarre un certo beneficio economico da questo o quel programma di sviluppo, e ce ne sono molti. Si pensi, ad esempio, al programma Azioni urbane innovative, una proposta della Commissione europea che mette a disposizione delle città dell’Unione le risorse per finanziare progetti innovativi. Il concorso, perché alla fine di ciò si tratta, è arrivato alla terza edizione e in questi tre anni ne hanno beneficiato sia grandi che piccole città con progetti su diverse aree. Dunque, ogni anno ci sono città “vincitrici” alle quali va destinata una parte dei milioni di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale. Lo scopo è quello di finanziare soluzioni innovative per affrontare problematiche proprie delle aree urbane.

 

Durante la Settimana europea delle regioni e delle città, un evento a cadenza annuale, che ha avuto luogo a Bruxelles dall’8 al 10 ottobre, sono state annunciate le 22 città e aree metropolitane i cui progetti hanno meritato una fetta dei 92 milioni di euro questa volta in gioco. Cinque in Spagna (Barcellona, Cuenca, Mataró, Ribaroja de Túria, Siviglia), tre in Olanda (Amsterdam, Breda, Eindhoven) e in Francia (Parigi, Metropoli Aix-Marsiglia-Provenza, Metropoli di Lione), due in Belgio (Bruxelles-Capitale, Gand) e Finlandia (Helsinki, Vantaa), una in Gran Bretagna (Greater Manchester), Italia (Portici), Lituania (Ventspils), Portogallo (Aveiro), Repubblica Ceca (Ostrava), Romania (Cluj-Napoca), Ungheria (Budapest). I progetti presentati da queste città riguardano una delle quattro categorie in concorso per questa terza edizione: adeguamento ai cambiamenti climatici, qualità dell’aria, edilizia abitativa e posti di lavoro e competenze nell’economia locale (nelle edizioni precedenti le città concorrevano su altre categorie). La commissaria responsabile per la Politica regionale, Corina Crețu, ha voluto segnalare durante la presentazione che «stiamo trasformando le città dell’Ue in laboratori in cui testare soluzioni in grado di migliorare la qualità della vita nelle città».

 

Pensiamo ora, ad esempio, cosa possa significare per la piccola città spagnola di Cuenca, con poco più di 55 mila abitanti, una dotazione di 4,9 milioni di euro per generare «posti di lavoro e competenze nell’economia locale». Il comune di Cuenca, nel Centro-Est della penisola iberica, in una delle zone più spopolate della Spagna, possiede la più grande area forestale dell’Ue; tuttavia, l’economia forestale della città si concentra sullo sfruttamento e sull’industria primaria. Ora, col progetto Urban forest innovation lab, si cerca di sviluppare un’economia urbana basata sulle foreste: creare imprese basate sulla bio-economia forestale, contemplare l’intero eco-sistema forestale e applicare un approccio olistico (energia, edilizia, industria, cibo, legno…) da un punto di vista urbano. Il sindaco della città, Ángel Mariscal, ha gradito «l’opportunità per la creazione d’imprese e posti di lavoro nel quadro dell’economia forestale».

Viva l’Europa, val la pena di dirlo.

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