Quando Il web apre alla dimensione mondo
Sandy, Aleksej e Natascia
Ho 39 anni, sono sposata e ho due bambini di 10 e 7 anni. La mia grande passione è il russo, una lingua che ho studiato all’università e che continuo a coltivare, con fatica e testardaggine..
Un giorno, un amico, mi consiglia un forum su internet dove posso conoscere persone di madrelingua russa che studiano l’italiano: non sono molto pratica , ma quasi per gioco, pubblico un annuncio e mi propongo per uno scambio linguistico con l’ausilio di Skype.
Mio marito mi attrezza di videocamera e microfono e aspetto. Nel giro di pochi giorni vengo letteralmente sommersa da messaggi: mi scrivono dall’Ucraina, dalla Bielorussia, dal Caucaso, perfino dalla Siberia. Con qualcuno si tratta solo di brevi messaggi e di consigli sullo studio della lingua, con altri, invece, nasce un’amicizia.
C’è Sandy, un ragazzo ucraino, che con la sua allegria contagiosa e la sua semplicità scioglie ogni mio timore e mi aiuta a dialogare con molta naturalezza: le nostre chiacchierate diventano sempre più frequenti e sempre più lunghe, mi racconta la sua storia e conosco sua mamma, una donna fiera e coraggiosa, che vive di lavori umili e sottopagati. Abbiamo l’impressione di conoscerci da sempre, ogni tanto mi invita per un “tè ucraino” e ho davvero la sensazione di entrare nella loro casa.
C’è Aleksej, giovane medico di Minsk che parla perfettamente l’italiano: all’inizio le nostre conversazioni sono un po’ fredde, parliamo di grammatica e di verbi, poi sua mamma si ammala gravemente. Seguo con trepidazione i giorni in ospedale, condivido con il mio nuovo amico le ansie e le preoccupazioni, gli assicuro che pregherò e lui mi manda una foto della mamma.
Quando, a soli 55 anni, viene a mancare, il nostro rapporto fa un salto di qualità. Aleksej mi chiede del mio rapporto con Dio e con la Chiesa e ho la possibilità di donargli la mia esperienza. Le differenze culturali e religiose si annullano in un attimo: io sono cattolica, lui ortodosso, abbiamo un Padre che ci ama. Ogni tanto mi rendo conto che trascorriamo tanto tempo a parlare o a scriverci, ma non è tempo perso, è un pezzo di umanità che bussa alla porta.
E c’è Natascia, due figli maschi come me: vive negli Urali, la simpatia reciproca è immediata.: le nostre vite sono molto simili, i suoi bambini, vivaci ed irruenti, assomigliano ai miei.
La sento “amica” anche se non so se avremo la possibilità di incontrarci.
Ho l’impressione che il mondo sia entrato in casa e che tante storie e tanti volti nuovi adesso facciano parte della mia vita. Anche questo è internet.
Eleonora Ruggiero Dvornicich- Beinasco (TO)