Quando il vetro è un’arte

Fino al 24 novembre a Venezia, tra gli eventi collegati alla Biennale, c'è Glastress: una carrellata di opere in vetro realizzate da artisti di tutto il mondo
Mostra Glastress

È uno degli eventi collaterali della Biennale veneziana. Si innesta nel percorso di dialogo tra il contemporaneo e l’“eterno”- in un certo qual senso – che distingue Venezia, nelle sue espressioni artistiche, dalle altre città del mondo. Arte sull’acqua e dall’acqua, ma anche arte dal vetro e sul vetro. Così Glastress, White light/White heat è una carrellata di opere in vetro di artisti da tutto il mondo. Dove il vetro si fa corpo, vestito, trasparenza e anima. La fantasia degli artisti pare non conoscere frontiere. Così Cai Guo-Qiang espone manichini con giubbino in vetro trasparente: automi di parvenza umana, quasi provenienti da chissà quali spazi extratemporali.

Jaume Plensa fa campeggiare nel giardino esterno di Palazzo Cavalli Franchetti una scultura alta quattro metri, mentre Mimmo Paladino nel suo Rabdomante si inventa un corpo di due metri d’altezza da cui escono braccia simili a rami pendenti di stalattiti in vetro chiaro. Un’immagine di luccichii fosforescenti, un mondo magico di fantasia luminosa.

I maestri vetrai veneziani di Murano hanno sparso lungo i secoli capolavori di fulgente bellezza, usando il vetro come espressione dell’anima e della fantasia, creando un mondo multicolore vibrante di una luce così bianca da confondersi con quella naturale del primo mattino. La pittura e la scultura di vetro veneziana sono arti dell’aurora senza sole, di un universo onirico.

Ecco perché gli artisti d’oggi si sentono a loro agio con questo strumento duttile e prezioso che è il vetro.

Joana Vasconcelos ad esempio installa un grande lampadario formato da elementi in vetro colorato e ricoperto, in parte, da interventi ad uncinetto con fili dalle tonalità calde. È un lavoro pieno di fascino: il colore, l’algido vetro, i fili: materia inerte che si fa viva, colori che dialogano fra loro in una armonia suggestiva. Nuova.

La mostra si diffonde in città da Palazzo Cavalli al Berengo Centre for Contemporaney art ad glass fino alla Scuola Grande Confraternita di san Teodoro. Una settantina di artisti ci fa compiere un viaggio fra le mille possibilità della fantasia, come un’infinita variazione su un unico tema, il vetro, nitido e agile come una musica di Vivaldi. Da non perdere. Fino al 24/11

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