Quando il primo tricolore sventolò nella Cittadella

È ad Alessandria che, durante i moti del 1821, sventolò il primo tricolore italiano, e in questi giorni si ricordano quegli eroici momenti
alessandria cittadella

L’11 marzo 1821 l’insurrezione piemontese partì dalla città di Alessandria, dove si erano radunati patrioti provenienti da ogni parte del Piemonte, che chiedevano alla monarchia sabauda di unificare l’Italia. Promotore del moto rivoluzionario fu Santorre di Santarosa che, assieme ad altri generali, diede vita ad una insurrezione dei reparti militari di Alessandria, subito imitati dai presidi di Vercelli e Torino. Il comandante Isidoro Palma occupò la Cittadella e sul pennone issò il tricolore. Era la prima volta che quello che poi divenne il simbolo dell’Italia unita, sventolava. Ma tutto si concluse malamente per il ripensamento del principe reggente, Carlo Alberto, a sua volta costretto dal Re, Carlo Felice, che gli impose di rimettersi al suo volere. L’avventura del Santarosa, cantata anche dal poeta Carducci, e degli altri carbonari terminò tragicamente: il neonato governo costituzionale cadde dopo neppure due mesi ed il sogno dei rivoluzionari si infranse.

Giovedì scorso ad Alessandria, si sono aperte le manifestazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia, alla presenza degli studenti delle scuole cittadine, ed è stato ricordato proprio il momento in cui il primo vessillo tricolore fu innalzato durante i moti insurrezionali. E in quel luogo, la Cittadella fortificata, un’imponente costruzione militare voluta dai Savoia nel XVIII secolo a pianta stellare, con sei baluardi attorniati da fossati, il Comune di Alessandria ha voluto realizzare un grande cippo con una targa, che ricorda i moti del 1821 e i 150 anni dell’Unità, e un pennone di 15 metri su cui è stata issata una bandiera tricolore di 5 metri per tre, visibile all’esterno.
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