Quando il cuore è “preso”
Occorre tanto tempo perché cresca in noi la presenza di Dio.
Mi si chiede: quando si arriva a vivere avendo fatto una “seconda scelta di Dio”, ci attendono ancora altri passi?
Ovviamente non è ancora il punto di arrivo. Dio è abissale nella sua ricchezza e nel suo amore e continua ad operare meraviglie nella nostra esistenza. La vita dello spirito va avanti in maniera silenziosa e misteriosa.
C’è un periodo in cui la stessa meditazione, così come la facevamo leggendo i testi, non ci appaga più, perché Dio vuol chiamarci ad una vita ancora più profonda. Dio incomincia a prendere possesso della nostra volontà, del nostro amore, per cui anche la meditazione diventa un atto di amore più che di intelligenza. Ma affiora ancora qualche disturbo da parte dell’intelligenza, della memoria e della fantasia (…).
Dopo qualche tempo, però (…), pian piano anche l’intelligenza, anche la memoria e la fantasia vengono prese da Dio. Non è con questo che non ci saranno più distrazioni nella nostra preghiera e nella nostra vita di unità, nel nostro ascoltare e immedesimarci con la situazione degli altri; sicuramente per tutta la vita avremo qualche distrazione, però non sono così com’erano un tempo.
E succede per esempio – ed è un segno tipico di questa tappa – che la mezz’ora che normalmente utilizzavamo per fare la meditazione diventa troppo poco; si guarda l’orologio non per vedere se è passata la mezz’ora, ma se purtroppo è già finita. (…)
Così, attraverso passi successivi e successive “scelte di Dio”, lui prende possesso della nostra volontà, intelligenza, fantasia, memoria, facoltà che ancora non erano state da lui (per quanto è possibile in questa vita) folgorate, toccate, trasformate, divinizzate. Lo fa valendosi anche delle purificazioni, che molte volte ci arrivano attraverso malattie.
Ma occorre in genere molto, molto tempo, perché non siamo tanto noi con la nostra volontà che possiamo crescere, quanto è questa presenza di Dio che deve crescere in noi e vincere sull’intelligenza e sulla fantasia.
Finché si arriva al punto che Dio stesso prende il nostro cuore e “lo cambia” con il suo. Prima questo avveniva episodicamente. Quando avviene definitivamente, sì è arrivati a quello che viene chiamato dai mistici “matrimonio spirituale”.
(Da: Colloqui. Domande e risposte sulla spiritualità dell’unità, Città Nuova Ed.)