Quando fuori piove

22 anni fa moriva Adolph Green, sceneggiatore del musical Singin’ in the Rain
Grant Almirall nel ruolo di don Lockwood si esibisce sul palco per la produzione del musical Singin' in the Rain al Lyric Theatre di Sydney, Australia, 8 luglio 2016. Foto: EPA/JOEL CARRETT

Danzare è un gesto ancestrale. Ogni passo di danza è abbracciare una parte dell’inconscio colletivo, che riporta agli albori dell’umanità. La danza alle volte può essere gioiosa. E una delle sue espressioni più gioiose è senza dubbio il tip-tap. Pura esplosione di vita. Chi ama il tip tap, non può non essere legato a uno dei musical più iconici di Broadway, Singin’ in the Rain.

Adolph_Green. Fonte: John Mathew Smith & www.celebrity-photos.com, CC BY-SA 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0>, via Wikimedia Commons

Ricordo: quando l’ho visto per la prima volta sono rimasto incantato. Mi ballavano anche le farfalle nello stomaco. Sceneggiatore di questo straordinario capolavoro è stato Adolph Green, noto per la sua collaborazione con Betty Comden, durata più di 60 anni. Insieme formarono uno dei più celebri duetti di autori di testi per il teatro e il cinema musicali del XX secolo. Green è morto il 23 ottobre 2002, 22 anni fa. E oggi, giorno di pioggia, mi piace ricordarlo.

In Singin’ in the Rain il potere della musica e della danza è travolgente. Straripante. Uscito nel 1952 – e interpretato dagli straordinari Gene Kelly, Debbie Reynolds e Donald Oconnor – è una celebrazione della leggerezza, della purezza e della voglia di vivere, anche quando la vita presenta delle difficoltà. La scena indimenticabile in cui Gene Kelly canta e balla sotto una pioggia torrenziale è il momento più emblematico: con passi di danza e sorrisi, Kelly trasforma una giornata di pioggia in un’esperienza esultante, in un’esplosione di libertà. Mentre canta la celebre canzone composta da Arthur Freed e Nacio Herb Brown, lui salta tra le pozzanghere e apre l’ombrello solo per girarlo tra le mani come una compagna di ballo.

È un messaggio potente: la felicità non sta nel mondo di fuori, sta dentro di noi, è uno stato d’animo che possiamo scegliere, a dispetto di ogni ostacolo. Il musical è costellato di numeri musicali che sprigionano una gioia contagiosa, che fa quasi dimenticare che la storia si svolge in un periodo difficile per i protagonisti.

Singin’ in the Rain è anche un omaggio al mondo dello spettacolo e al passaggio dal cinema muto a quello sonoro, raccontato con ironia e un pizzico di nostalgia. La leggerezza con cui i personaggi affrontano le loro sfide e il desiderio di reinventarsi sono un messaggio universale di ottimismo. Di non mollare mai. Singin’ in the Rain ricorda che è doveroso custodire dentro di sé la gioia e trasmetterla agli altri, anche (anzi, soprattutto) quando le cose non vanno proprio come vorremmo. Quando fuori piove.

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