Quando Dio parla

“Ascoltate oggi la sua voce” (Sal 94,8). Il salmo da cui è tratta la Parola di vita ci ricorda che noi siamo il popolo di Dio e che egli vuol guidarci, come fa un pastore con il suo gregge, per introdurci nella terra promessa. Lui, che da sempre ci ha pensati, sa come dobbiamo camminare per vivere in pienezza, per raggiungere il nostro vero essere. Nel suo amore ci suggerisce cosa dobbiamo fare, cosa non dobbiamo fare e ci indica la via da percorrere. Dio parla a noi come ad amici perché vuole introdurci nella comunione con sé. Se uno ascolta la sua voce, dice il nostro salmo nella sua conclusione, entrerà nel riposo di Dio, ossia nella terra promessa, nella gioia del Paradiso. Anche Gesù si paragona ad un pastore che conduce ognuno di noi alla pienezza della vita. Egli parla e i suoi discepoli, che lo conoscono, ascoltano la sua voce e lo seguono. Ad essi promette la vita eterna. Ad ognuno Dio fa sentire la sua voce.Ce lo ricorda il Concilio Vaticano II: “Nell’intimo della coscienza l’uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce, che lo chiama sempre ad amare e a fare il bene e a sfuggire il male, quando occorre chiaramente dice alle orecchie del cuore: fa’ questo, fuggi quest’altro. L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al suo cuore…”. Cosa dobbiamo fare quando Dio parla al nostro cuore? Dobbiamo semplicemente porgere ascolto alla sua Parola, ben sapendo che, nel linguaggio biblico, ascoltare significa aderire interamente, obbedire, adeguarsi a quanto ci viene detto. È come lasciarsi prendere per mano e farsi guidare da Dio. Possiamo fidarci di lui, come un bambino che si abbandona alle braccia della mamma e si lascia portare da lei. Il cristiano è una persona guidata dello Spirito Santo. Subito dopo queste parole, il salmo continua: “Non indurite il vostro cuore”.Anche Gesù tante volte ha parlato della durezza del cuore. Si può opporre resistenza a Dio, ci si può chiudere a lui e rifiutare di ascoltare la sua voce. Il cuore duro non si lascia plasmare. A volte non si tratta neppure di cattiva volontà. È che “quella voce” la si distingue con difficoltà in mezzo alle tante altre voci che risuonano dentro. Il cuore è spesso inquinato da troppi rumori assordanti: sono le inclinazioni disordinate che conducono al peccato, la mentalità di questo mondo che si oppone al progetto di Dio, le mode, gli slogan pubblicitari… Sappiamo come è facile confondere le proprie opinioni, i propri desideri con la voce dello Spirito in noi, come è facile perciò cadere nell’arbitrio e nel soggettivo. Non devo mai dimenticare che la Realtà è dentro di me. Devo far tacere tutto in me per scoprirvi la voce di Dio. E bisogna estrarre questa voce come si toglie un diamante dal fango: ripulirla, metterla in mostra e lasciarsi guidare da essa. Allora potrò essere guida anche per altri, perché questa voce sottile di Dio che sprona e illumina, questa linfa che sale dal fondo dell’anima, è sapienza, è amore e l’amore va dato. Come affinare la sensibilità soprannaturale e l’intuizione evangelica per essere capaci di cogliere i suggerimenti di quella voce? Innanzitutto occorre rievangelizzarci costantemente frequentando la Parola di Dio, leggendo, meditando, vivendo il Vangelo, così da acquistare sempre più una mentalità evangelica. Impareremo a riconoscere la voce di Dio dentro di noi nella misura in cui impareremo a conoscerla sulle labbra di Gesù, Parola di Dio fattasi uomo. E questo lo si può chiedere con la preghiera. Dovremo poi lasciar vivere il Risorto in noi, rinnegando noi stessi, facendo guerra all’egoismo, all’ “uomo vecchio” sempre in agguato. Questo richiede una grande prontezza nel dire di no a tutto ciò che è contro la volontà di Dio e dire sì a tutto il suo volere; no a noi stessi nel momento della tentazione, tagliando corto con le sue suggestioni, e sì ai compiti che Dio ci ha affidato, sì all’amore verso tutti i prossimi, sì alle prove e alle difficoltà che incontriamo. Infine possiamo cogliere con più facilità la voce di Dio se abbiamo il Risorto in mezzo a noi, cioè se amiamo fino alla reciprocità, creando ovunque oasi di comunione, di fraternità. Gesù in mezzo a noi è come l’altoparlante che amplifica la voce di Dio dentro ciascuno di noi, facendola sentire più chiaramente. Anche l’apostolo Paolo insegna che l’amore cristiano vissuto nella comunità si arricchisce sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, aiutandoci a distinguere sempre il meglio. La nostra vita sarà allora come tra due fuochi: Dio in noi e Dio in mezzo a noi. In questa fornace divina, ci formiamo e ci alleniamo ad ascoltare e seguire Gesù. È bella una vita guidata il più possibile dallo Spirito Santo: ha sapore, ha vigore, ha mordente, è autentica e luminosa.

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