Quando Davide batte Golia

In Slovenia l'azione di dodici movimenti ecclesiali a favore della famiglia. Per un'Europa dei popoli che nasce dal basso
Lubiana

Davide e Golia. Esiste anche un’Europa fatta di persone che incide sulla società cominciando dal basso. È accaduto in Slovenia, un piccolo Paese, indipendente dal 1991 che entra nell’Unione europea nel 2004 e tre anni più tardi adotta la moneta unica.

A dicembre del 2011 il commiato del governo uscente è stato l’approvazione del nuovo codice della famiglia che abbraccia in toto la filosofia del gender. Non più papà, mamma e figli, uno stereotipo molto vintage, ma una famiglia moderna: due adulti con figli. Senza possibilità di fare inutili distinzioni di sesso e con la possibilità di adottare, anche se in modo limitato, anche per coppie omosessuali.

La contrapposizione è impari. Un governo di sinistra, formato da magnati post comunisti con la sindrome del gattopardo, e una potenza di fuoco garantita dal possesso dei più importanti mezzi di comunicazione. In breve, Golia.

Dall’altra parte Davide, cioè la società civile e l’associazionismo familiare cristiano che non si identifica con una legge volutamente ideologica. La linea è chiara. Non sarà una strategia barricadera, del muro contro muro, ma una battaglia per la famiglia così come è definita da molte costituzioni europee. Una dozzina di movimenti ecclesiali e comunità cristiane non sono rimasti con le mani in mano.

«Per due anni e mezzo – spiegano Marjana e Pavel dei Focolari di Lubiana – siamo andati oltre le nostre capacità e oltre le nostre forze per difendere i valori fondamentali della famiglia. In Parlamento abbiamo partecipato alle sedute di discussione della legge manifestando il nostro parere sfoggiando delle magliette con i disegni di una famiglia formata da padre, madre e figlio. Abbiamo parlato personalmente con diversi membri del Parlamento. Prima delle votazioni abbiamo organizzato manifestazioni pacifiche, delle feste popolari, nella piazza del Parlamento con bambini rumorosi e passeggini ed anche un Family Day con 4 mila persone. Abbiamo partecipato a decine di dibattiti nei mezzi di comunicazioni».

Così, dalla vita, sono nati dei rapporti di amicizia tra vari movimenti ecclesiali, con l’associazionismo civile, con politici di vari schieramenti. La discussioni sulla legge è andata avanti per 2 anni e mezzo ed alla fine è stata approvata. Ma chi la dura la vince, anche di fronte ad ostacoli che sembrano insormontabili.

Il Parlamento approva il nuovo codice della famiglia. Le associazioni familiari raccolgono, in pochi giorni, le 40 mila firme necessarie per promuovere un referendum abrogativo. Il referendum viene bloccato perché ritenuto incostituzionale, ma la Corte Costituzionale, dopo un lungo dibattito, lo approva. Nonostante una feroce campagna stampa contraria, il 25 marzo si vota e la vittoria è netta. Il 55 per cento dei votanti abroga la legge.

«Ora c’è tempo un anno – concludono Marjana e Pavel – per una fase ancora più importante. Dare il nostro contributo per far approvare una nuova legge sulla famiglia basata sui valori condivisi del vangelo».
 

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