Quali novità sul proscenio politico?

Come si stanno preparando i politici italiani ad affrontare le prossime sfide elettorali? Una riflessione sul panorama partitico nazionale, che vecchi protagonisti e nuove formazioni partitiche, con possibilità minima di scelta agli elettori
maroni casini bersani alfano

Il proscenio teatrale. Nel teatro classico antico, era la parte anteriore della scena che si affacciava sull’orchestra; nel teatro moderno, mancando l’orchestra, sporge direttamente verso la sala. Il proscenio, dunque, era, ed è ancora, il palco su cui gli attori recitano la parte loro assegnata dal copione: quella destinata alla visione degli spettatori. Quel che accade dietro il fondale e le quinte, invece, nessuno del pubblico può saperlo: può immaginarlo o intuirlo, nulla di più.

Il proscenio politico. Né più né meno é come quello di una rappresentazione teatrale. Su di esso c’è uno spettacolo che va in scena ed a cui possono assistere tutti. Ha una peculiarità rispetto a quello teatrale: ogni sera è nuovo, sorprendentemente diverso. Il copione è solo un canovaccio senza importanza, perché si recita pirandellianamente a soggetto.

Possiamo, allora, provare a ragionare, oggi, sulla rappresentazione teatral-politica di oggi. Che è altra cosa di quelle di ieri e dell’altro ieri, e che non occorre possedere virtù divinatorie per prevedere che sarà diversa da quella di domani.

Sul proscenio nuovi soggetti politici. Donadi (ex IdV) annuncia la nascita di “Diritti e Libertà”. De Magistris (con Ingroia) quella del “Movimento arancione”. Dal canto loro La Russa e Gasparri (ex An ed ex Pdl) pre-annunciano, dopo un appuntamento programmato per domenica 16, quella di un eventuale nuovo soggetto (“Centrodestra nazionale”). E non ci sono dubbi che l’iniziativa di Montezemolo (con Cisl ed Acli ed altri protagonisti dei due appuntamenti di Todi), sfocerà sicuramente in una nuova formazione politica di collocazione centrista. Senza escludere che, dopo lo scioglimento delle Camere, lo stesso Monti possa decidere di scendere in campo con una propria lista.

Non c’è da gioire per questa proliferazione di nuovi partiti. La frammentazione non fa bene alla governabilità, in un momento drammatico della vita politico-economica-sociale del Paese, in cui le famiglie, i giovani, le imprese, che vivono sulla propria pelle le gravi difficoltà del momento, pongono le ragioni della propria speranza su di un solido progetto di governo che garantisca affidabilità per uscire dalla crisi.

Sul proscenio e dietro le quinte. E Berlusconi cosa farà realmente? Non chiedetecelo. Neanche una interpretazione new age del corpus mitologico dei Maya o di Nostradamus riuscirebbe ad aiutarci.

Sul proscenio, l’ultima esternazione é di ieri: “Se Monti si candida faccio un passo indietro”. A condizione però che Monti si candidi come leader di un ampio schieramento di moderati, che includa anche Pdl e Lega. Ma la Lega risponde subito picche. Il “dietro le quinte”, forse, ragiona d’altro: la candidatura di Maroni alla presidenza della regione Lombardia, con possibili (e minacciate) ripercussioni sulla tenuta delle alleanze in Piemonte e Veneto.

Sul proscenio buone notizie. Il Pd annuncia che farà le primarie per la scelta dei candidati al Parlamento, e indica anche le date di svolgimento delle consultazioni. Sel non si fa spiazzare e comunica che farà altrettanto. Che bello sarebbe se anche tutti gli altri partiti dovessero seguire questo esempio. Sarebbe sanato il vulnus principale della vituperata legge elettorale che non si è voluto cambiare (le liste bloccate, con i parlamentari nominati dalle segreterie centrali). L’appello accorato lo rivolgiamo soprattutto al Pdl e all’Udc. Per il “Movimento 5 Stelle” di Grillo (che viaggia a gonfie vele nei sondaggi), non ce n’è bisogno, perché, a suo dire, afferma, di averle già fatte con le cosiddette “parlamentarie” online, per pochi intimi e senza alcuna possibilità di verifica oggettiva. Per la serie: “chi non ci sta, sta fuori”. Il massimo della democrazia diretta che il movimento dichiara di perseguire.

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