Quali donazioni per restaurare il Duomo di Milano?

Lealtà Azione, gruppo neonazista legato agli hammerskin, network internazionale nato da una costola del Ku Kux Klan, ha adottato la guglia San Vittore, con un versamento alla Veneranda Fabbrica. Tanti i dubbi sull'opportunità di accettare quei soldi
guglia duomo milano

Sotto le guglie del Duomo, nella piazza sottostante, fa discutere una recente donazione arrivata, fra le tante, per la ristrutturazione dell’intero complesso monumentale. Una recente campagna pubblicitaria infatti aveva lanciato una iniziativa aperta alle associazioni e a tutti i cittadini dal titolo intrigante: "Adotta una guglia". Campagna con cui la Veneranda Fabbrica del Duomo invitava i benefattori a «unire il proprio nome a una delle 135 guglie».

Niente di sospetto, poiché pare che a rispondere siano stati, ad oggi, già in molti. Da sempre la storia del Duomo è legata alla generosità dei tantissimi benefattori, milanesi e non solo. Ora l’inghippo si è creato attorno alla guglia San Vittore, adottata per il restauro dai "lupi" di Lealtà Azione. Ricevuta l’offerta, la Veneranda Fabbrica rilascia un attestato, che certifica la collaborazione e "ringrazia l'associazione culturale Lealtà Azione per la donazione a favore dei restauri". La firma è del presidente della Veneranda, Angelo Caloia.

Così, nella storia della Cattedrale di Milano, sede dell'Arcidiocesi, quarta chiesa più grande d'Europa, la guglia San Vittore porta la firma di Lealtà Azione. Peccato che dietro questa sigla operi in Lombardia il circuito degli Hammerskin – l'elite skinhead –, il network internazionale neonazista nato a metà anni Ottanta negli Stati Uniti da una costola del Ku Klux Klan. Il suo leader, Stefano Del Miglio, nel 2007 è stato condannato per il raid squadrista ai Navigli del 4 agosto 2004, quando alcuni giovani di sinistra furono accoltellati.

Ecco i dubbi, le chiacchiere, la preoccupazione che un ente ecclesiastico del calibro della Veneranda Fabbrica del Duomo consideri benefattori dei neonazisti. Per Saverio Ferrari e Gennaro Gatto dell'Osservatorio democratico sulle nuove destre, «Milano, città medaglia d'oro alla Resistenza, dovrebbe controllare meglio a chi dare certi attestati». Così si intensificano le prese di posizione al grido di: «assurdo», «gravissimo», «inaccettabile». Tanto che la bufera investe la Veneranda Fabbrica del Duomo.

«È molto grave avere accettato una donazione da parte di Lealtà Azione – dice Roberto Cenati, presidente dell’Anpi milanese –, poiché significa riconoscere e legittimare un’associazione dichiaratamente ispirata all’ideologia neonazista e razzista. Invitiamo la Veneranda Fabbrica del Duomo a restituire subito i soldi ricevuti».

Da parte sua la Veneranda si difende, parla di «strumentalizzazione», poiché la donazione è di 50 euro, effettuata via web attraverso carta di credito.

«A prescindere da quale sia l’importo della donazione, la scelta di accettare questi soldi si pone al di fuori dei capisaldi antifascisti della Costituzione. Il nazismo aveva un’ideologia pagana, che nulla aveva a che fare con i princìpi dello stesso cristianesimo e del cattolicesimo».

Don Gian Antonio Borgonuovo, arciprete del Duomo, cerca di smorzare i toni: «Stiamo parlando di una donazione di 50 euro. Non possiamo giudicare o filtrare il percorso di ogni donatore che segue questo iter, uguale per tutti. Ciascuno può fare una donazione online, a prescindere da chi esso sia».

 

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