Quale progetto di vita?
“Nostro figlio adolescente ci ha chiesto a bruciapelo, durante un pranzo, perché ci si sposa in chiesa, visto che quello che conta in una coppia è star bene insieme. La questione ha suscitato l’interesse anche della figlia più piccola, che ha voluto dire la sua Abbiamo detto cosa significa per noi il matrimonio cristiano, ma ci ha sorpreso (e un po’ preoccupato) vedere quanto incida sui nostri figli la cultura dominante, anche se noi cerchiamo di vivere i valori in cui crediamo. Quali strade possiamo percorrere oggi noi genitori per portare avanti il nostro impegnativo compito di educatori?”. L. e L. – Roma Per cominciare, mi fa piacere notare quanto sia importante il momento dei pasti in famiglia: anche per noi è spesso l’occasione per confidenze impreviste, scambi culturali, programmi comuni; talvolta spazio di intimità e complicità Mi sembra inoltre che nelle nostre case circoli un interrogativo comune: come presentare ai giovani un modello di relazioni coniugali e familiari alternativo a quello che ricevono dalla televisione o dagli altri mezzi di comunicazione? Notiamo, ad esempio, come anche i programmi più sani diano per scontata la marginalità della responsabilità nei rapporti affettivi. I cronisti rendono conto con espressioni drammatiche delle forze disgregatrici e distruttive che si abbattono sui nuclei familiari, senza d’altra parte trovare parole capaci di dare risposte di senso e speranza. Dallo scambio di esperienze tra tante coppie di sposi mi sembra di poter dedurre che ci sono almeno due vie per bilanciare questo fenomeno. La prima, soprattutto nei confronti dei figli, è sempre e comunque la testimonianza del nostro amore e della nostra fedeltà, mezzi insostituibili per assicurare anche il loro bene, in una rete di relazioni solidali tra famiglie che si sostengono nelle difficoltà. Il linguaggio silenzioso dello scegliersi ogni giorno come sposi è forse per i nostri figli più eloquente di quanto pensiamo Inoltre si vede sempre più necessaria anche una uscita a vita pubblica della famiglia fondata sui valori, cristiani e umani, che fanno di essa una vera casa e scuola di socialità e di rapporti affidabili. Si tratta di dare visibilità a questo modello, attraverso iniziative locali o interventi sugli stessi mezzi di comunicazione. Senza militare contro qualcuno, possiamo però offrire con rispetto l’annuncio che una cultura dell’unità nell’amore coniugale e familiare è possibile; possiamo mostrare ai giovani un progetto di vita attraente e credibile, creativo e sicuro per chi vi si orienta, capace anche di sanare tante delle piaghe sociali del nostro tempo.