Quale futuro per l’Isis?

Fonti sempre più numerose confermano la morte di al-Baghdadi e la nomina di un nuovo califfo, cittadino francese: al-Tunisi. Ma è tutto poco chiaro sua questa guerra condotta per procura.

Sono sempre più insistenti le voci sulla morte del leader dell’Isis (o Daesh), Abu Bakr al-Baghdadi e della nomina di un nuovo califfo, confermate anche da fonti del gruppo armato. Secondo la tv satellitale irachena al-Sumaria, l’Isis lo avrebbe reso noto, in un breve comunicato, emesso nella regione ad ovest di Mosul, liberata poche settimane or sono dall’occupazione del gruppo terrorista. L’Isis aveva proibito di riferirsi al tema, per questo è indicativo che sia stato emesso in merito un comunicato. Nel testo, l’Isis incita i suoi miliziani a continuare a resistere superando la “sedizione”, il che farebbe supporre che esistano problemi interni di disciplina.

Il canala saudita al-Arabiya, invece, ha reso noto il nome del successore di Abu Bakr al-Baghdadi. Si tratterebbe del tunisino Jalaluddin al-Tunisi. Il nome indica la provenienza tunisina del nuovo califfo, il cui vero nome sarebbe Mohamed Ben Salem al-Ayouni, nato a Tunisi ed emigrato in Francia negli anni ’90, dove avrebbe ottenuto la cittadinanza francese.

Successivamente, nel 2011 è tornato nel suo Paese, quando iniziarono le proteste che causarono la caduta del regime. Sempre nel 2011, al-Tunisi partì volontario in Sira per partecipare – come del resto migliaia di suoi concittadini – alla guerra scatenata contro il regime di Bashar al-Assad, per poi unirsi all’Isis nel 2014, anno della proclamazione dello pseudo califfato. L’anno scorso il nuovo leader apparve in un video e venne nominato da al-Baghdadi alla testa dell’Isis in Libia, anche per le sue buone relazioni con gli altri gruppi estremisti attivi nel Nord’Africa, come Okba Ibn Nafaa, gruppo affiliatosi ad Al Qaeda.

MosulLa morte di al-Bghadadi è stata segnalata e smentita più volte. Le forze russe in territorio siriano si sarebbero aggiudicate l’eliminazione in un bombardamento a fine maggio. Anche il famigerato Osservatorio siriano per i diritti umani ne confermerebbe il decesso, mentre Washington preferisce essere prudente.

Per Fulvio Scaglione, una delle voci più lucide nell’analisi dell’attuale situazione, la morte di al-Baghadadi potrebbe, prima di tutto, non rivestire alcuna importanza. Ben poche decisioni possono essere attribuite a lui e meno ancora esistono sue apparizioni documentate. Scaglione ipotizza che la sua morte potrebbe  anche essere opera degli stessi foreign fighters, l’elegante aufemismo col quale le autorità responsabili del sorgere di questi gruppi evitano di menzionare il termine “mercenari”. L’ormai scomodo califfo può essere stato eliminato proprio da coloro che avvertono si sia vicini alla disfatta, già concretizzatasi in Iraq e ormai prossima in Siria. Ci sarebbero state esecuzioni sommarie di miliziani non troppo combattivi, soprattutto di membri iracheni e siriani propensi a tornarsene a casa, mentre non possono fare facilmente lo stesso i mercenari stranieri.

Siamo vicini a una sconfitta di Daesh-Isis?

I miliziani sono accerchiati a Raqqa e in Siria; un nucleo è circondato, insieme ad Al Qaeda, swulle montagne tra Siria e Libano, dove un migliaio di combattenti con le loro famiglie resiste tra le vette del jurd d’Ersal agli attacchi coordinati dell’esercito libanese, di Hezbollah e delle forze siriane. Pochi, dunque, ma bene armati, guarda caso con armi sofisticate occidentali. Come potranno sganciarsi in tali situazioni? Oppure dobbiamo attenderci colpi di coda (attentati) che permettano di allentare la pressione e consentire di defilarsi, magari in Libia o nel Sinai?

Che il nuovo califfo sia un cittadino francese, vissuto nel vicino Paese, indica un’inquietante conoscenza diretta della realtà locale ed europea, se si considerano gli attentati perpetrati in questi anni.

Tutto andrebbe seguito con somma attenzione, se in queste guerre, mai chiare nei loro moventi e nei loro veri obiettivi, non creassero permanenti cortine di fumo che lasciano dietro le quinte i veri mandati.

 

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