Qualcuno da amare
Qualcuno da amare. Abbas Kiarostami va in Giappone, a Tokyo. È qui che ambienta il suo ultimo film, un percorso alla ricerca dell’amore. Lo cerca l’anziano professore che invita a casa sua una studentessa di provincia che di nascosto dai suoi fa la escort nella metallica capitale. Lo cerca il fidanzato di lei, un meccanico dal gusto tradizionale, ma violento e geloso. Anche la nonna della ragazza che è venuta a trovare la nipote, e l’aspetta inutilmente per un giorno, viene per un gesto d’amore. Ma l’amore di questi tempi e in questa metropoli confusa è merce rara. La storia tra il professore e la ragazza non è sensuale, ma vorrebbe essere spirituale. Gli avvenimenti però prendono una piega insospettata…
Film calligrafico, sottilmente ambiguo, delicatamente sofferto, stilla lacrime non sparse ed una recitazione fatta di conversazioni, di gesti e sguardi che la fotografia coglie con raffinatezza. Forse troppo difficile per i nostri palati occidentali molto sbrigativi, cresce con lentezza e regala punte squisite di poesia, come la scena in cui la ragazza in taxi vede di lontano la nonna che l’attende, ma non osa scendere dalla macchina. Non le resta che piangere. Quanto dolore nei giovani – e non solo – del nostro mondo. Kiarostami lo è andato a cercare in Giappone.
Iron Man 3. Robert Downey questa volta deve affrontare un nemico indistruttibile. La terza parte della saga, lunghissima – 156 ‘! – è avventurosa come sempre, ma oltremodo spettacolare, perigliosa. L’eroe di ferro usa intelligenza, coraggio, per salvare le persone che ha vicino. Il fumettone, che il grande schermo rende pura fantasia per lo sguardo, è un gran divertimento, “rilassante” – per chi ama il genere – e tranquillamente fruibile. Regia corretta di Shane Black.