Qatargate: presto nuove rivelazioni
Nuovi sviluppi del cosiddetto Qatargate, l’episodio di corruzione che ha visto coinvolti membri e funzionari del Parlamento europeo. Antonio Panzeri, ex-parlamentare del Partito Democratico (PD), potrebbe comunicare ai magistrati belgi i nomi di altri europarlamentari coinvolti nello scandalo, provenienti da Germania, Francia e Italia. Egli è sospettato di essere intervenuto politicamente e dietro compenso, con persone che lavorano al Parlamento europeo, a favore del Qatar e del Marocco.
Infatti, Antonio Panzeri avrebbe stipulato un accordo con la giustizia belga per dettagliare gli episodi di corruzione che lo vedono come il fulcro di tutto il sistema corruttivo, che, tra l’altro, prevede un anno di reclusione, una multa e la confisca di tutti i beni finora acquisiti per circa un milione di euro. Per questo, la procura federale del Belgio intende rinunciare alla consegna di sua figlia, Silvia Panzeri, e di sua moglie, Maria Dolores Colleoni, in carcere a Bruxelles.
Intanto, l’eurodeputato del PD Andrea Cozzolino rinuncia all’immunità. Dichiaratosi innocente e autosospesosi dal gruppo S&D, è stato ascoltato dalla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo. Egli si è dichiarato estraneo a tutte le accuse di traffico di influenza e ha affermato di essere pronto a rinunciare alla propria immunità, sulla quale dovrà comunque esprimersi l’assemblea parlamentare.
Nel frattempo, il Parlamento europeo ha eletto un nuovo vicepresidente che sostituisce Eva Kaili, come quinto vicepresidente dell’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo. In una votazione a scrutinio segreto, l’assemblea di Strasburgo ha eletto Marc Angel, lussemburghese, del gruppo dei Socialisti & Democratici, che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti espressi ed è stato eletto vicepresidente del Parlamento europeo, dopo due turni di voto.
La Presidente del parlamento europeo delega compiti specifici ai 14 vicepresidenti che possono sostituirla in caso di necessità, per esempio nel presiedere le sessioni plenarie. I vicepresidenti sono anche membri dell’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo, l’organo che stabilisce le regole per il buon funzionamento del Parlamento. Tra i suoi compiti, l’Ufficio di presidenza stabilisce il progetto preliminare di bilancio del Parlamento e decide sulle questioni amministrative, sul personale e sulle questioni organizzative.
In una risoluzione successiva allo scandalo, il Parlamento europeo esprime sgomento e profonda preoccupazione per i presunti atti di corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione ad un’organizzazione criminale da parte di deputati, ex deputati e personale del Parlamento europeo in cambio di un’influenza sulle decisioni del Parlamento stesso; sostiene la piena cooperazione del Parlamento con le indagini penali in corso; osserva con preoccupazione che i meccanismi interni di monitoraggio e di allerta delle istituzioni dell’UE hanno drammaticamente fallito nell’individuare la corruzione in corso.
Allo stesso tempo, il Parlamento europeo denuncia con la massima fermezza i presunti tentativi del Qatar di influenzare gli eurodeputati, gli ex deputati e il personale attraverso atti di corruzione che costituiscono una grave ingerenza straniera nei processi democratici dell’UE, mentre chiede l’istituzione di una commissione speciale incaricata di individuare potenziali carenze nelle norme del Parlamento europeo in materia di trasparenza, integrità, corruzione e di formulare proposte di riforma, basandosi sul lavoro della commissione per gli affari costituzionali e sulle migliori pratiche di altri parlamenti.
Il Parlamento europeo si impegna anche a istituire una commissione d’inchiesta, a seguito dell’esito delle indagini penali e di eventuali procedimenti giudiziari, al fine di indagare sui casi di corruzione e sulle azioni improprie da parte di paesi terzi che cercano di acquisire influenza.
Il Parlamento europeo esorta la Commissione europea a presentare quanto prima una proposta per istituire l’organismo etico e propone di introdurre un periodo di incompatibilità per gli ex deputati del Parlamento europeo al fine di evitare gli effetti negativi del cosiddetto “fenomeno delle porte girevoli”, cioè quando un parlamentare termina il proprio mandato e poi, ad esempio, entra in una società di consulenza. Il Parlamento chiede che il registro per la trasparenza sia reso obbligatorio e che sia esteso agli ex deputati.
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