Purim, salvati da una donna

Nella grande festa ebrea si ricorda Ester, la coraggiosa ragazza, di rara bellezza, che al tempo del re Assuero salvò il popolo ebreo dal primo tentativo di sterminio.
Ester (particolare, Edwin Long)

Oggi, 17 marzo, gli ebrei festeggiano Purim, una delle loro feste più gioiose, in ricordo della regina Ester. Ma chi era Ester? La storia, quella ufficiale, non ce ne tramanda né il nome né le gesta. La sua vicenda è tutta racchiusa tra le pagine della Bibbia, nel libro che porta il suo nome, il libro di Ester. Si tratta di una specie di “romanzo storico”, diremmo oggi, che tratta molto liberamente la storia e si basa su intrighi di corte e di harem.

Sembra un po’ strano per un libro religioso. Eppure questo libro vuole esporre una tesi teologica: è Dio che guida la storia e che ribalta le sorti dei deboli.

Ma veniamo al racconto. Siamo a Susa, che allora era una città importantissima dell’impero persiano degli Achemenidi. Siamo all’epoca del re Assuero, quasi universalmente identificato con Serse I, re dei persiani (per chi ricorda il film 300, Serse era quello impersonato da Rodrigo Santoro, quello delle Termopili e delle guerre contro i Greci). Siamo tra gli ebrei della prima diaspora: cioè fra quegli ebrei deportati a Babilonia che, dopo l’Editto di Ciro che consentiva loro di tornare in Giudea, decisero di rimanere nei territori governati dai persiani.

In quel tempo avvenne che il re Assuero, contrariato per un’offesa ricevuta dalla regina Vasti, la ripudiò. Rimasto senza moglie, diede ordine di ripopolare il suo harem, per consolarsi con nuove fanciulle. Tra queste venne scelta Ester, una ragazza ebrea di rara bellezza. Alla corte di Assuero c’era anche Mardocheo, cugino di Ester, ebreo anche lui. Lui era molto stimato perché aveva sventato un complotto ordito contro il re.

Giunta nell’harem, Ester fu condotta in una beauty farm dell’epoca. Le cure a cui venne sottoposta durarono dodici mesi: «sei mesi per essere unta con olio di mirra e sei con spezie e unguenti femminili». Dopo quell’anno venne il momento di essere condotta dal re Assuero. Trascorse con lui la notte e al mattino fu riaccompagnata nell’harem. Il re fu così entusiasta di Ester che la volle come sposa e regina.

Intanto il re aveva nominato alla più alta carica di corte il perfido Aman, acerrimo nemico di Mardocheo, perché invidioso del prestigio morale che questi aveva di fronte al re. Tutti i ministri piegavano il ginocchio e si prostravano davanti al potente Aman. Tutti tranne Mardocheo. Aman gliela volle far pagare cara.

Inventò una serie di calunnie contro Mardocheo e il suo popolo e riuscì a convincere il re a scacciare Mardocheo da corte e ad indire una vera persecuzione contro gli ebrei. Il 14 del mese ebraico di Adar dovevano essere tutti sterminati, senza pietà!

Quando Mardocheo seppe la cosa, si stracciò le vesti, si coprì di sacco e si cosparse di ceneri. Andò ai cancelli della reggia da cui era stato cacciato e, tramite un eunuco, fece recapitare un messaggio alla cugina nell’harem: «Fa qualcosa tu, Ester. Solo tu ci puoi salvare…».

Ester, benché regina, sapeva che secondo le usanze persiane del tempo non poteva presentarsi al re senza un suo invito. Decise però di sfidare la sorte. Dopo aver digiunato e pregato per tre giorni, s’immerse nei preparativi. Si truccò, si profumò con essenze delicate, abbellì polsi, caviglie e collo con preziosi gioielli e pendagli, indossò gli abiti più eleganti e attraenti. Era proprio bellissima! Con due ancelle si fece coraggio e andò dal re.

I dignitari rimasero esterrefatti: come poteva una donna osare tanto? Come poteva essere così spavalda? Presentarsi senza essere chiamata?! Per quell’insolenza meritava la morte (ed Ester lo sapeva!). Ma cosa fece Ester in quel momento? Una cosa che non aveva previsto. Svenne. Quando riacquistò coscienza si trovò di fronte al re, che nel frattempo aveva avuto modo di apprezzare la bellezza sfolgorante della giovane. Lei ne approfittò per invitarlo a una grande cena, per la sera successiva, con Aman e i più alti dignitari di corte. La sera dopo ci fu il banchetto.

Come spesso accade nella Bibbia, la bellezza delle donne ebree e la buona cucina (oltre al coraggio e alla fede in Dio!) risolvono le situazioni. Durante il banchetto Ester rivelò ad Assuero i piani malvagi del primo ministro, accusandolo di aver istigato il re a ordinare un genocidio insensato. La sorte fu ribaltata: Aman venne condannato a morte e il decreto di sterminio degli ebrei fu annullato. Ester aveva salvato il suo popolo. Il primo programma di sterminio degli ebrei era fallito.

Sebbene il libro sia scritto secondo la sensibilità dell’epoca (così lontana dalla nostra!) il suo messaggio è quanto mai attuale: Dio salva il suo popolo attraverso persone, come Ester, che hanno spirito d’iniziativa, coraggio e totale fiducia in Lui.

Chagall – Purim

A ricordo di quel felice evento venne istituita la festa di Purim. Il termine Purim generalmente viene tradotto come «sorti» e indica che Aman, per fissare la data dello sterminio degli ebrei, «gettò il pur» cioè «tirò a sorte». Venne così il 14 di Adar, mese ebraico. Durante la festa di Purim gli ebrei leggono la storia di Ester (Meghillà di Ester), come se fosse una leggenda popolare. Ogni volta che nel racconto viene menzionato il “perfido Aman”, si copre il suo nome con grida, fischi, battiti di piedi sul pavimento e rumori di raganelle.

La festa di Purim è molto gioiosa, è una specie di carnevale ebraico: si mangia, si beve e si sta in allegria. Dolce tipico sono le “orecchie di Aman”. Alcuni sostengono che si debba bere fino a che non si riesce più a distinguere il “perfido Aman” dal “benedetto Mardocheo”.

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