Puglia tra astensionismo e conferme

Si riconfermano i partiti tradizionali, con un centrodestra in maggioranza. Molto alta l'astensione: a Taranto non ha votato quasi la metà degli aventi diritto
ilva taranto

A differenza di altri territori, in Puglia – per le elezioni amministrative 2012 – c’è stata una riconferma delle liste del centrodestra, come a Lecce, dove Fitto ha superato il 60 per cento dei voti. A Castellana e Gioia del Colle, nella provincia barese, i due ex sindaci – rispettivamente Simone Pinto e Sergio Povia – hanno riottenuto il sostegno popolare con il maggior numero di suffragio, il 44 per cento Pinto (che andrà al ballottaggio con Franco Tricase) e il 48 Sergio Povia (si sfiderà con Pietro Longo al secondo turno).

I paesi della provincia di Bari in cui già si festeggia il nuovo primo cittadino sono Alberobello, dove ha vinto al primo turno con il 45,77 per cento dei voti Michele Longo del centrodestra. A Polignano è stato eletto Domenico Vitto, del centrosinistra, con il 52 per cento, a Sammichele ha vinto Filippo Boscia del centrodestra, con 1.990 voti, e a Sannicandro si è confermato il centrosinistra con Vito Domenico Novielli, sindaco con il 65,89 per cento di preferenze.
 
A Turi ha vinto Onofrio Resta, di centrodestra con il 42,65 per cento, come da previsioni. A Bitonto, nel comune commissariato del nord barese, la lista di centrosinistra di Michele Abbaticchio ha raggiunto il 44 per cento dei voti e andrà al ballottaggio con Paolo Intini.
 
«A Trani e in gran parte del nord di Bari – afferma Pina Marmo, consigliera provinciale della BT-Gruppo Misto – la territorialità ha fatto sì che venisse favorito il rapporto personale tra il candidato e l’elettore e chi ha amministrato bene è stato riconfermato. Tuttavia, il forte astensionismo indica che il cittadino non vuole sprecare il voto. Sarebbe auspicabile un’educazione al voto. Oltre alla territorialità politica, l’influenza del governo Monti con i sostenitori di questa politica rigorosa, che vede crescere la disoccupazione al Sud e la chiusura delle piccole imprese, ha contribuito al clima negativo, che vede scomparire dallo scenario politico le donne e i giovani. Il dato positivo è che l’elevato numero di comuni al ballottaggio è il segno di una democrazia, con un centrosinistra diviso a Trani tra Luigi Nicola Riserbato, 45 per cento, e Ugo Operamolla, 28 per cento».
 
A Canosa di Puglia, la città del sindaco uscente Francesco Ventola, anche presidente della provincia Bat, si andrà al ballottaggio tra Ernesto La Salvia, al 39 per cento, con il Popolo delle libertà in testa, e Sabino Antonio Caporale. Michele Lamacchia, già sindaco, è il nuovo candidato di centrosinistra vincente al primo turno a San Ferdinando di Puglia, con il 38 per cento degli elettori, per la lista civica Città solidale, senza turno di ballottaggio poiché trattasi di un comune con meno di quindici mila abitanti.
 
«Non vedo un clima di antipolitica – afferma Pina Marmo –, ma una rivalutazione delle persone dal basso, perché la politica deve ritornare a dare delle risposte concrete».
 
A Taranto (nella foto, l'Ilva) vanno al ballottaggio Ipazio Stefano, sindaco uscente con il 49 per cento dei voti, e Mario Cito. Stupiscono i voti ottenuti da Stefano, visti i malumori di alcuni cittadini tarantini. «Tuttavia, a ben vedere – sostiene il prof. Domenico Amalfitano, presidente del centro di cultura Luzzati di Taranto, già parlamentare e sottosegretario vicario al ministero della pubblica istruzione – nella città c’è stato il 40 per cento di astensione dal voto. Questo significa che siamo alla minima sussistenza della partecipazione democratica. Il risultato del sindaco uscente è di 5 o 6 punti in meno rispetto all’alleanza delle nove liste che lo sostenevano. Di conseguenza pare non abbia ricevuto molti consensi dalla sua coalizione. L’alleanza ha preso il 55 per cento dei voti e lui il 49 per cento: questa è un’aggregazione per vincere, non per governare. Non ha avuto spazio neanche Grillo, che a Taranto ha ottenuto solo il 2 per cento. Ci troviamo in una depressione politica», che si concretizza con voti di protesta ed astensioni.

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