Psicologia del farsi uno

«Cos'è psicologicamente questo “farsi uno”?». Valerio - Palermo

Dal punto di vista psicologico, si definisce “farsi uno” l’abilità di instaurare una connessione con gli altri tale da creare un clima di fiducia e di reciproca comprensione. Ma preferisco utilizzare una metafora per spiegare cos’è il “farsi uno”.

Molti anni or sono, nelle valli della Patagonia, c’era un villaggio. Gli abitanti stavano morendo di fame, ma erano terrorizzati da un drago che avevano avvistato nei loro campi, e non osavano uscire per la mietitura. Un giorno, giunse al villaggio un viaggiatore in cerca di cibo. Gli spiegarono che non c’era nulla da mangiare, perché avevano paura del drago. Il viaggiatore era un uomo coraggioso e si offrì di ammazzarlo per loro. Quando giunse nei campi, però, non riuscì a vedere alcun drago, soltanto un gigantesco cocomero. Perciò fece ritorno al villaggio e disse agli abitanti: «Non avete nulla da temere: nel campo non c’è alcun drago, soltanto un enorme cocomero». Gli abitanti, furiosi con lui per essersi rifiutato di comprendere le loro paure, lo fecero a pezzi.

Alcune settimane dopo, giunse al villaggio un altro viaggiatore che si comportò come il precedente. Anche a lui toccò la stessa sorte. Passarono altre settimane e gli abitanti erano ormai disperati. Arrivò un terzo viaggiatore e, notata ch’ebbe la loro disperazione, chiese loro quale fosse il problema. Gli abitanti gli spiegarono la situazione e lui promise: avrebbe ammazzato il drago per permettere loro di raccogliere le messi. Quando giunse nei campi, anche lui notò il cocomero gigante. Rifletté per un istante, poi sfoderò la spada: con un balzo fu sul cocomero e lo fece a pezzi. Tornò al villaggio e disse loro di avere ucciso il drago. Gli abitanti si misero ad esultare dalla gioia. Il viaggiatore rimase nel villaggio abbastanza a lungo da poter spiegare agli abitanti la differenza tra un drago e un cocomero».

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