Prove di dialogo

Al Centro internazionale studenti “Giorgio La Pira” settembre è il mese in cui si progettano le attività di educazione alla mondialità, gli interventi nelle scuole, si pensa alle iniziative interreligiose, si mettono in cantiere le idee per incontri e momenti di scambio con studenti di tutto il mondo… E l’undici settembre ci ha colto proprio nel momento “euforico” della progettazione. Inutile dire lo choc. Quasi non si fa in tempo e… bisogna fare qualcosa. Aprire il Centro per un forum permanente sulla pace, tutti i giovedì sera: occorre incontrarsi, parlare, non cedere alla tentazione della paura: ora più che mai il dialogo è necessario. Non siamo soli: la città di La Pira, don Milani, Balducci è una città di dialogo. Solo due giorni dopo, cristiani, musulmani, ebrei, laici, persone di ogni cultura ed estrazione siamo tutti insieme in piazza della Signoria, il cuore civile della civitas a chiedere, da cittadini, una risposta civile all’orrore del terrorismo e della guerra. Ma i fiorentini non amano teoriche dichiarazioni di intenti: a seguito di alcune isolate minacce contro la moschea di via Ghibellina, il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, vuole assicurare la comunità islamica che le istituzioni sono garanti della sicurezza di tutti i cittadini. Così il 29 settembre, siamo invitati in moschea, rappresentanti civili e religiosi, esponenti della società, delle associazioni laicali e movimenti, semplici cittadini. Siamo felici del clima di ascolto di incontro. bambini venuti con le mamme giocano nella stanza accanto e, alla fine, “invadono” pacificamente il semicerchio nel quale discutiamo, uomini donne, del nostro comune futuro. Per essere ancor più concreti nasce l’idea di una collaborazione: le mamme della comunità organizzeranno la scuola di arabo per i loro bambini, già scolarizzati per la lingua italiana, affinché non solo non “perdano” la loro lingua di origine ma possano essere domani uomini e donne capaci di dialogare, di farsi tramiti tra le culture… Quale miglior posto se non Centro La Pira, che ospita da anni iniziative di dialogo e scambio culturale e interreligioso? Ci chiediamo dove sia la televisione con i suoi servizi “horror” circa trame segrete, infiltrazioni, terrorismo. Perché non viene a documentare anche “questa” società? Ma non importa se i mass media diffondono già proclami di guerra. Mentre torniamo a casa facendo in bici il solito slalom tra i turisti, una illogica allegria ci fa sorridere. E pensiamo alla moschea come al luogo di una fraternità ritrovata. Ma la guerra arriva. Anche a Firenze uno degli inverni più freddi. profughi in Afghanistan? La guerra ci ricorda che con essa tutto è perduto: la sorte del singolo e le prospettive del mondo. Non si può stare fermi. Giovanni Paolo II chiede a tutti un segno di conversione e di condivisione: il digiuno nell’ultimo giorno del Ramadan. I nostri amici musulmani colgono forse più di noi la portata di questo evento: ci invitano la sera del 14 dicembre a celebrare questo straordinario momento di comunione proprio nel cuore della tragedia di una guerra inutile. Da parte nostra cerchiamo di dare risonanza all’avvenimento, assieme singoli e gruppi impegnati da anni sul fronte della pace (Beati gli operatori di pace, Rete Lilliput, Mani Tese) siamo in piazza a raccogliere fondi per Emergency per una azione di resistenza non violenta al terrorismo ed alla guerra. Un freddo così non lo ricordavamo da decenni e anche stavolta l’incontro in moschea è segno di fraternità, di calore, di dialogo. Con la differenza che stavolta siamo almeno tre volte tanti! Il nostro percorso non è di sole parole: ha fruttato una fraternità vera, iniziative comuni. Come proseguire? L’occasione ci viene dalla straordinaria iniziativa di Assisi: l’inutile guerra – almeno localmente – pare volgersi al suo epilogo, ma come curare le ferite di questa ondata di intolleranza che cavalca l’idea funesta di una guerra di civiltà? Mai più la guerra in nome di Dio. Qui stanno millenni di cammino dell’uomo in cerca di un fondamento che non sia la violenza. Le religioni il 24 gennaio stanno compiendo un passo decisivo. Il giorno prima – il 23 – siamo insieme nella sala Teatina del Centro La Pira, rappresentanti delle religioni della comune radice abramitica a confermare la volontà del percorso iniziato. La presenza del rabbino di Firenze, dott. Josef Levi, e di Mohamed Bamoshmosh – uno dei responsabili della moschea -, assieme a quella di mons. Antonelli, e di altri rappresentanti delle chiese cristiane, il pastore Mario Affuso, il rev. Petre Coman, della Chiesa ortodossa rumena, rendono particolarmente importante il nostro incontro: il dramma della Terra Santa, riacutizzato, è il sottofondo doloroso della gioia di oggi: poter dare occasione alla fraternità tra le religioni abramitiche di esprimersi con le parole profetiche di La Pira, pronunciate alla fine della cerimonia dalla voce commossa di Mario Primicerio, presidente della Fondazione La Pira: “I popoli del Mediterraneo hanno un fondo storico comune, un destino culturale, spirituale e in certo senso anche politico comune. La loro unità è essenziale premessa per l’unità dell’intera famiglia dei popoli, ipotesi senza alternativa per il futuro del mondo”. Nel solco di una tradizione L’incontro interreligioso del 23 gennaio, celebrato presso la sala del Centro La Pira, è risultato un appuntamento importante che si inserisce nel solco della tradizione di apertura e di dialogo caratteristica della città di Firenze. Qui l’amicizia tra la comunità ebraica e quella cristiana si consolidò particolarmente durante il secondo conflitto mondiale. Fu esemplare, allora, il contributo che il vescovo e i sacerdoti fiorentini offrirono, ponendo a rischio le proprie vite, per salvare un gran numero di ebrei dalle persecuzioni nazi-fasciste. Nel 1950 nasce l’Associazione di amicizia ebraico-cristiana, che svolgerà una importante azione nella promozione del dialogo della pace. Con il Centro internazionale studenti La Pira, sin dal 1978 si promuovono attività rivolte ai giovani nello spirito del dialogo con tutti ed in particolare con i musulmani, per presenza di numerosi studenti di provenienza islamica.Alla fine degli anni Ottanta vi ebbe sede uno dei primi centri culturali islamici sorti in Italia. E proprio in quegli stessi anni furono promossi incontri di amicizia e di preghiera interreligiosa, che facilitarono città la conoscenza e la stima tra i credenti delle tre religioni abramitiche.

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