Provaci ancora, Roma
Il risveglio capitolino di inizio settimana assume i toni in chiaroscuro che colorano le principali pagine sportiva odierne. Dopo le offensive insinuazioni della domenica pomeriggio pallonara del presidente del Genoa, Preziosi – che a causa di un gol annullato alla sua squadra nel finale contro la Roma per questione di centimetri sibila con cortesia “A Roma accadono cose strane, non vorrei che anche nel calcio…” –, l’orgoglio della capitale italiana, dilaniato dallo scandalo “Mafia capitale”, tenta uno scatto d’orgoglio.
Alle ore 11.17 il Presidente del consiglio, Matteo Renzi, ed il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, hanno annunciato la candidatura della Città eterna ad ospitare le Olimpiadi del 2024, nel corso della cerimonia di consegna dei Collari d'Oro al merito sportivo che ha riunito al Foro Italico i campioni azzurri, in diretta tv.
Roma ci riprova, dopo il tentativo abortito in prospettiva 2020 per volontà del governo Monti: “Non pensiamo sarebbe coerente impegnare l’Italia in quest’avventura che potrebbe mettere a rischio i denari dei contribuenti” chiuse il discorso il premier a Febbraio 2012. In effetti, soprattutto alla luce degli ultimi scandali, che hanno evidenziato una dispersione clamorosa di denaro pubblico a vantaggio di un oligarchico e corrotto sistema malavitoso, mai decisione sembrò più prudente.
“Al Coni ci troveremo per dare un grande messaggio al futuro del Paese. Toccherà Firenze, Napoli, la Sardegna”, aveva ribadito Domenica Renzi, durante l'assemblea del Partito democratico. "Compatibilmente con la flessibilità che è stata adottata dal Comitato Olimpico Internazionale attraverso le nuove norme approvate a Montecarlo questa settimana, finalmente possiamo sognare in grande tutti insieme", aveva rinforzato le speranze Malagò.
I nuovi criteri stabiliti dal CIO renderanno le future olimpiadi decisamente più sostenibili a livello economico, estremamente lontane dai 50 miliardi spesi dal premier russo Putin per le Olimpiadi invernali di Soči, o dalla faraonica edizione di Pechino 2008, ed offriranno anche una maggiore flessibilità al Paese ospitante.
Sebbene il numero di 10.500 atleti attesi resterà invariato, il costo di circa 3 miliardi di euro dovrebbe essere coperto per due terzi dallo stesso CIO e le gare delle diverse discipline potranno svolgersi in varie città: "Sarà un giorno importante per tutti, per Roma, per Napoli, per Firenze, per la Sardegna, ma anche per il Nord Italia che ha in Milano un punto di riferimento irrinunciabile" aveva accennato in merito lo stesso Malagò. Ma solo a settembre 2017, a Lima, sapremo se il sogno olimpico potrà diventare realtà, essendo partito già azzoppato dai vergognosi fatti emersi dall’inchiesta di queste ultime settimane.
A Governo e CONI il compito di convincere il CIO e gli stessi italiani che riportare i Giochi in Italia dopo 64 anni sarebbe un'opportunità di sviluppo e uno spot per il Paese: non a caso, prima della cerimonia, Renzi ha chiesto a Malagò di poter incontrare Giovanni Maddaloni, padre dell'olimpionico Pino, che a Scampia gestisce una palestra frequentata dai ragazzi inquilini del quartiere delle Vele: a questa Italia una speranza non si può negare, a cominciare dallo sport.
Poi l’annuncio dello stesso Presidente del Consiglio, preceduto da alcuni riconoscimenti al mondo sportivo italiano: “Sono qui innanzitutto per omaggiare gli atleti a cominciare da Federica Pellegrini, leader della nostra squadra di nuoto, ed Alex Zanardi, il cui incredibile tempo nel Triathlon non sarei riuscito a fare neanche in motorino o in motoscafo. Qualcuno di voi atleti ha vinto l’oro reale, altri vi sono andati vicini, ma avete comunque vinto la medaglia d’oro del sacrificio, di chi prova a vincere anche con il rischio di perdere, come qualsiasi atleta che quando parte sa che nulla sarà facile: con questo spirito annuncio con il CONI la candidatura dell’Italia alle Olimpadi del 2024, una scelta che ci riempie il cuore di speranza ed anche di difficoltà. Con tutto il rispetto per De Coubertain, non ci candidiamo per partecipare: faremo di tutto perché questo progetto possa essere qualcosa di cui andare fieri. Può succedere di non vincere, di non farcela, di mollare, ma tutti sapete perfettamente che l’impegno su ogni singolo colpo è ciò che rende noi persona e non semplicemente numeri. Il Governo è pronto a fare la propria parte: non è un progetto campato in aria, perché lo sport in Italia è un modo di vivere, un modo di essere e di guardare al futuro con coraggio e di impegno, per noi, per i nostri figli e l’Italia”.