#Proteobrains 2023, giovani portatori sani di energia
Emozioni, progetti, condivisione di esperienze sono stati al centro dell’edizione 2023 di #Proteobrains, la “due giorni” organizzata dall’Osservatorio Generazione Proteo che da diversi anni offre ai giovani la possibilità di dare voce alle loro idee e di confrontarsi sul futuro. #YouthIn(e)Motion è lo slogan di quest’anno, termine che sintetizza il cambiamento delle giovani generazioni, la dimensione emozionale che li guida e l’ambiente digitale nel quale prende forma la loro quotidianità.
Protagonisti indiscussi, come sempre, i circa 300 studenti provenienti da istituti scolastici secondari di secondo grado di tutta Italia. L’evento ha messo in campo idee, considerazioni, relazioni, capaci di motivare le nuove generazioni nel cammino che li vedrà protagonisti del domani. Due giornate intense, vissute tra l’entusiasmo e l’interesse dei partecipanti, delle guest star che hanno animato i tavoli tematici e le riflessioni che hanno fatto da sfondo alla presentazione dell’11° Rapporto di Ricerca sull’universo giovanile.
Il Report, che ha visto intervistati circa 4.000 studenti italiani tra i 16 e i 19 anni, traccia l’identikit della Wave generation, di una generazione rappresentata come un’onda che si estende nel tempo e nello spazio, trasportando energia. «Che i giovani possano cavalcare questa cresta dell’onda come si confà a dei portatori sani di energia», è stato l’auspicio del prof. Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio Generazione Proteo.
Che fattezze ha questa onda generazionale? I giovani intervistati si riferiscono a famiglia (43%) e amici (26%) come un rifugio sicuro, punti di riferimenti a cui rivolgersi nel momento del bisogno. Solo il 10% si rivolge a figure professionali, come lo psicologo.
Hanno una visione positiva di se stessi: il 22% si ritiene socievole, il 20% determinato, il 16% solare, libero, creativo e si sentono poco rappresentati da stereotipi quali l’anticonformismo e la trasgressione. Sono altruisti, il 92,4% è favorevole alla donazione di organi, tuttavia il 28% degli intervistati si dichiara a favore della pena di morte, un dato che desta preoccupazione.
La scuola è lo spazio di espressione di se stessi: dichiarano di sentirsi liberi di manifestare le proprie opinioni (70,6%), l’identità sessuale (84,9%), la cultura dell’etnia (83,5%), il credo religioso (79,8%), le idee politiche (61,6%), ma non si sentono liberi di rivelare paure e debolezze (59,7%).
Avvertono la difficoltà di vivere in una società che non riesce a parlare ai giovani, verso la quale nutrono sentimenti negativi: il 20% dichiara di provare disgusto, il 19,8% ribellione, il 19,6% indifferenza.
Rispetto al tema della violenza, il 25% ritiene che abbia luogo per insoddisfazione personale, 25% a causa di genitori sempre meno presenti, il 20% pensa che derivi dal clima di odio alimentato dai social network. Quando è stato chiesto di quali atti di violenza temono di potere essere vittime, il 22,7% ha risposto di temere l’hate speech e il 21,4% dei giovani che ha paura di poter essere vittime di violenza sessuale. Preoccupano meno il bullismo e cyber bullismo (15%), probabilmente per merito delle iniziative di contrasto al bullismo avviate ormai da anni.
In riferimento ai social network, 3 ragazzi su 4 li ritengono responsabili del maggiore disagio psicologico che caratterizza la società e il 41% di essi sarebbe d’accordo se in Italia si vietasse uso dei social ai minori di 15 anni, come è stato proposto in Francia.
Per quanto riguarda il mondo del lavoro, si conferma un trend già registrato negli anni passati, ovvero un approccio diverso: i giovani, infatti ritengono che il lavoro vada creato (58%) piuttosto che cercato (32,5%) e che la flessibilità dia la possibilità di poter gestire in autonomia il rapporto tra tempo e guadagno (85%). Il lavoro che i giovani intervistati sognano deve dare soprattutto soddisfazione e libertà. Rispetto al guadagno, privilegiano la soddisfazione personale (33,1%), la libertà (14,9%) e non avere “padroni” (9,8%).
Si conferma anche quest’anno il disinteresse verso la politica, imputato ai partiti politici, che il 30% dei giovani ritiene incapaci di rappresentare gli interessi dei cittadini e il 21% reputa disinteressati verso i giovani. Ne consegue che solo il 17% dei ragazzi vorrebbe intraprendere la carriera politica. I giovani guardano con favore alle donne, come Meloni e Schlein, che hanno assunto ruoli di leadership politica, considerate di ispirazione per molti. Tuttavia, ritengono che la presenza delle donne in questi ruoli dovrebbe essere la normalità (30,4%) e che ciò che è essenziale sia la competenza, a prescindere dal genere (38,1%).
Nel clima di incertezza che caratterizza il tempo presente, il 47% dei ragazzi intervistati afferma di immaginare un futuro migliore ma, segno di tale insicurezza, è la risposta del 28% di essi che rivela di non avere idea di come sarà il futuro. L’augurio è quello di un lavoro congiunto che consenta ai giovani di mettere in campo tutte le energie per costruire la società del domani ed essere protagonisti del loro futuro.
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