Protagonisti del bene
Questa mattina, fin dalle prime luci dell’alba, piazza San Pietro è stata aperta ai più di 80 mila ragazzi provenienti da tutta Italia che si sono riuniti per il momento conclusivo dell’evento preparatorio al Sinodo dei giovani. Un lungo cammino (c’è chi ha percorso a piedi più di 200 km), canti, preghiere, momenti di silenzio, grandi emozioni hanno scandito le tappe del percorso, culminato oggi con la S. Messa celebrata dal cardinale Bassetti, presidente della Cei, e con l’Angelus del papa.
Grande attenzione, nonostante il grande caldo, era rivolta al discorso di papa Francesco, che ha consegnato ai ragazzi le parole da cui ripartire, da vivere sempre, nella vita quotidiana: «Per non rattristare lo Spirito Santo, è necessario vivere in maniera coerente con le promesse del Battesimo, rinnovate nella Cresima. In maniera coerente, non con ipocrisia: non dimenticatevi di questo. Il cristiano non può essere ipocrita: deve vivere in maniera coerente. Le promesse del Battesimo hanno due aspetti: rinuncia al male e adesione al bene».
Parole, chiare, efficaci, che vanno dritte al cuore, che richiamano ad un impegno concreto di vita: «Ma non basta non fare il male per essere un buon cristiano; è necessario aderire al bene e fare il bene. (…) Oggi vi esorto ad essere protagonisti nel bene! Protagonisti nel bene. Non sentitevi a posto quando non fate il male; ognuno è colpevole del bene che poteva fare e non ha fatto. (…) Se non ci opponiamo al male, lo alimentiamo in modo tacito. È necessario intervenire dove il male si diffonde; perché il male si diffonde dove mancano cristiani audaci che si oppongono con il bene, “camminando nella carità” (cf. 5,2), secondo il monito di San Paolo».
Il richiamo a fare il bene senza scoraggiarsi, l’esortazione ad essere lievito di speranza per la chiesa e per la società è emerso anche nell’omelia della Messa. Il Card. Bassetti, commentando l’esperienza del profeta Elia, ascoltata nelle letture di oggi, ha fatto riferimento ai problemi concreti che le nuove generazioni devono affrontare: “So che in molti vivete la precarietà di una situazione lavorativa che vi impedisce di fare programmi per il futuro; so che in tanti provenite da famiglie dove non è facile vivere insieme”. “Anche Elia veniva da un lungo cammino, in fuga da una regina iniqua che lo perseguitava da anni, e per causa della quale tre volte ha rischiato di morire di fame”. “La sua fuga ci fa pensare anche ai tanti giovani che vivono oggi sulla loro pelle la stessa condizione del profeta e che devono rifugiarsi o migrare in altri Paesi a causa di guerre o dittature o carestie”. “Alcuni di loro, e questo è un fatto commovente, hanno camminato accanto a voi, e questa credo che per tutti sia stata un’esperienza bellissima”, ha aggiunto a braccio. Infine, l’augurio a tutti i giovani: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli» (Mt 5,16).
All’unisono sono risuonate parole di ringraziamento per gli animatori, i sacerdoti, le suore, i vescovi che hanno accompagnato i giovani in questi giorni e che sempre li seguono con dedizione e pazienza.
Arrivederci al Sinodo, che ormai è vicino, ha concluso papa Francesco: «Cari giovani, in questi giorni avete camminato molto! Perciò siete allenati e posso dirvi: camminate nella carità, camminate nell’amore! E camminiamo insieme verso il prossimo Sinodo dei Vescovi. La Vergine Maria ci sostenga con la sua materna intercessione, perché ciascuno di noi, ogni giorno, con i fatti, possa dire “no” al male e “sì” al bene».