RImPRESA porta speranza
Il progetto ha due gambe. Da una parte, punta a creare una rete di sostegno per la fornitura di materie prime, macchinari e locali alle aziende danneggiate, dall’altra a creare una rete di Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) di prodotti a Km 0 e Bio, e di promozione del turismo locale.
I veri sapori di una volta
Donatella mi racconta che il forno di sua mamma Rita, “I veri sapori di una volta”, si trovava a Terracino, la frazione più alta di Accumoli, dove d’inverno vivevano, si e no, una trentina di persone: «Solo la sua testardaggine poteva far funzionare lassù un’attività artigianale. Terracino era un luogo dove, per la neve, poteva diventare difficile anche andare a lavorare. Mia mamma però non si è mai arresa, e si è fatta conoscere anche nei mercati di Roma». Terracino oggi è “zona rossa” e il laboratorio di Rita è al piano terra di una struttura che è stata dichiarata inagibile. Era qui che Rita produceva biscotti da forno secchi, torte, crostate e mantovane, dolci della tradizione, come il pan giallo o la pizza di Pasqua. «Dopo la scossa di agosto, per un po’ i miei hanno vissuto in un camper che è arrivato da una famiglia di Laglio, in provincia di Como. Poi, con l’ulteriore scossa del 30 ottobre, sono venuti ad abitare da me, a Roma».
È qui che Rita incontra una persona che le propone di continuare temporaneamente la sua attività in un laboratorio della capitale. «A Natale, abbiamo ricevuto tantissimi ordini. Una mole di lavoro inattesa. Addirittura dei clienti si sono proposti di venire ad aiutarci. Ma dopo il boom delle feste rischiavamo di non avere più ordini». Invece, Rita con “I veri sapori di una volta” è entrata nella rete delle aziende sostenute dal Progetto RImPRESA. I suoi dolci fanno parte dei pacchi ordinati periodicamente dai gruppi GAS, e dall’altra, grazie ad AIPEC, a breve riceverà una nuova planetaria per impastare i dolci e un carrello con le nuove teglie da forno. «La speranza è quella di tornare a Terracino. Considera che i miei sono sempre vissuti lì. Però, c’è la consapevolezza che i tempi saranno molto lunghi. Se la macchina della ricostruzione funzionasse bene come quella della solidarietà, oggi saremmo già al 50%. Invece va a rilento, per non dire che è proprio ferma. Non ci possiamo fermare, anche per una questione di dignità».
Terre della Sibilla
Augusto, invece, è proprietario di un agriturismo e dell’azienda agricola biologica “Terre della Sibilla”. «La parte agricola funziona, ma l’agriturismo con la fattoria didattica sono fermi, perché il ristorante è inagibile». I suoi prodotti da agricoltura biologica arricchiscono i pacchi dei gas di RImPRESA. Augusto coltiva le sue terre con prodotti originari del territorio: farro, orzo mondo, miglio, roveja, il fagiolo monachello, anche piante officinali, come l’anice verde da seme, usata localmente per aromatizzare l’orzo. «Nel tempo ho orientato la mia attività al recupero della biodiversità. Ho sempre desiderato valorizzare questo territorio, anche dal punto di vista turistico». Augusto aveva un allevamento di asini da passeggiata, che proponeva ai turisti per visitare il Parco dei Sibillini, con la sua asinovia lunga circa 18 chilometri: «Ora, è tutto fermo, perché anche la sentieristica andrà ricostruita. Dopo il terremoto, è pericoloso avventurarsi lungo i vecchi sentieri. Per noi, il progetto RImPRESA è un grande aiuto. Perché è partito non sull’onda emotiva dei regali di Natale, ma ha puntato subito sul lungo periodo. È strategico, e ci sta permettendo di avere un flusso di vendite costante».
La Vignarella
Anche Stefania ha un’azienda agricola. Si chiama “La Vignarella” e si trova a Bagnolo, nel comune di Amatrice. Grazie al progetto RImPRESA verrà rifornita di circa dieci chili di mangime per animali e di un carrello per la mungitura delle bestie. Stefania ha circa duecento pecore, una ventina di capre, dieci asini, una trentina di galline ovaiole (prima del terremoto erano circa duecento!), diversi maiali e, infine, anche due lama. Ma, mi chiedo, a cosa servono i lama? «Il mio sogno era ed è quello di fare della mia azienda una fattoria didattica e un bioparco. Ci vorrà del tempo, ma spero che dopo tutte queste difficoltà, potrò realizzarlo!»
Regina del bosco
Un sogno che si sta concretizzando, anche se faticosamente, è quello di Valentina, che voleva diventare apicoltrice. I consulenti di Aipec l’hanno aiutata ad aprire la partita iva e la sua azienda ora si chiama “Regina del bosco”. Per salvare le sue arnie, che rischiavano di crollare per il terremoto, Valentina le ha portate a Sant’Egidio, nel terreno di un conoscente, però adesso che ricomincia la fioritura le riporterà a casa, ad Arquata del Tronto. «Per me il sostegno dei ragazzi del Progetto RImPRESA, è stato fondamentale anche per la forza e l’energia che mi hanno trasmesso. Con loro, ho ricominciato a sperare».