Progetti di assunzione per gli immigrati

L'assessore all'accoglienza di Bari risponde agli ospiti del centro d'accoglienza: «Disagi legati al cambio di gestione. Individuate misure per proteggerli dalla criminalità» 
Manduria immigrati

A seguito delle informazioni rilasciate dagli immigrati del centro Cara di Bari, che descrivevano una situazione precaria di soggiorno al campo, abbiamo interpellato l’assessore all’accoglienza Fabio Losito. Ci racconta che tutto il necessario per i richiedenti asilo ospitati a Bari è stabilito dal capitolato finanziato direttamente dal ministero degli Interni, e che non c’è motivo di allarmarsi sulle loro condizioni di vita all’interno della struttura.

 

Il centro si avvale già della collaborazione di due organizzazioni internazionali, quali Save The Children e Acnur, (l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), oltre ad un paio di associazioni locali. I motivi dell’inefficienza descritta dagli ospiti del centro potrebbero essere attribuiti al cambio di gestione del Cara, che da qualche mese è passato di proroga in proroga, rimanendo temporaneamente sospeso e generando disordini. Nei momenti di cambiamento infatti, con la gara d’appalto in corso e qualche ricorso già pervenuto, può accadere che anche le autorità deputate al controllo e alla vigilanza rallentino le attività, generando qualche problema nei servizi agli immigrati.

 

Per quanto riguarda invece il futuro dei giovani residenti a Bari, scaduti i tempi previsti dalle leggi italiane (nove mesi circa), l’assessore ci fa sapere che alcune delle misure discusse in Consiglio regionale sono state adottate proprio allo scopo di consentire l’inserimento professionale di queste persone, evitando lo sfruttamento derivante dalla loro condizione di illegalità che li rende ricattabili. Tra queste ricordiamo un provvedimento del ministero in collaborazione con Italia Lavoro, che ha lanciato la formula dei tirocini formativi per l’emersione dal lavoro nero e concesso alle piccole imprese sgravi fiscali per l’assunzione degli immigrati: misura che è stata ripresa anche dalla regione Puglia, per la programmazione operativa 2007-2013 in prossima uscita.

 

Sarebbe auspicabile tuttavia uno sforzo congiunto tra gli organismi istituzionali, privati e pubblici, del terzo settore e non, per garantire l’efficacia di queste azioni, rivolte in particolar modo ai migranti e a coloro che necessitano di un percorso per l’integrazione che passa attraverso il lavoro. A questo riguardo l’assessore  ha proposto un incontro con tutti gli attori locali interessati e sensibili allo scopo, per trovare insieme la strategia più efficace di risposta alle esigenze di queste persone. Non ha comunque nascosto la difficoltà che egli stesso spesso incontra nell’affrontare queste problematiche, per le quali bisogna tenere conto anche dei limiti della burocrazia e delle leggi italiane per la tutela degli immigrati.

 

Ormai da un anno alcune associazioni di volontariato e di promozione sociale, come l’associazione Igino Giordani di Bari, hanno cominciato a fornire i primi indispensabili aiuti agli stranieri, tra cui la frequenza gratuita ai corsi di italiano con un riconoscimento istituzionale finale. La comunità di Sant’Egidio dispensa la cena una volta a settimana nei pressi della stazione centrale per i senza fissa dimora, italiani e stranieri, con le donazioni di prodotti difettati o in scadenza da parte dei supermercati locali. Anche la diocesi è molto presente con l’organizzazione delle cene per i senza fissa dimora, in collaborazione con i cittadini e i parrocchiani, e con la raccolta dei beni necessari agli indigenti. Certamente, con un’azione di sistema, sarà più facile trovare le soluzioni e raggiungere i risultati sperati.

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