Profumo di “Fumne”

Fumne, cioè donne: si chiama così la fragranza prodotta dalle detenute del carcere torinese Le Vallette
Laura Tonatto

Profumo di “Fumne”: si chiama così il nuovo profumo che sarà messo in commercio dal prossimo 3 marzo prima a Torino e poi in tutta Italia. Il prodotto ha un nome tratto dal dialetto piemontese, “fumne” sta per “donne“, ma ha un respiro internazionale e una genesi originale. Si tratta infatti del profumo nato all’interno della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, in un progetto di laboratorio svolto con le donne detenute.

 

Il carcere, conosciuto come Le Vallette, ospita, al momento, oltre 1.200 detenuti di cui 110 donne. Di queste alcune hanno preso parte a un progetto che ha dato loro la possibilità di conoscere le materie prime e la tecnica della profumeria e quindi di avvicinarsi a un mondo di arte e di bellezza molto semplice e istintivo, fruibile da tutti. L’originale iniziativa è stata resa possibile dalla collaborazione dell’associazione culturale lacasadipinocchio con la Casa Circondariale, Palazzo Madama, Palazzo Bertalazone, Liberamensa, Ferrero Gruppo Anziani.

 

Laura Tonatto, famoso “naso” torinese, ha condotto il laboratorio con le detenute finalizzato alla creazione di questa nuova fragranza che arriverà in commercio in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna.

 

La Tonatto crea profumi sulle colline torinesi dietro grandi vetrate che guardano i boschi della collina, la città e le montagne. Ha ereditato le caratteristiche del suo “naso” da una nonna e le ha perfezionate prima alla scuola di Hassan, un maestro di essenze del Cairo, nel 1983, e poi l’anno dopo con Serge Kalouguine, della Parfumerie Fragonard di Grasse, in Provenza. Crea profumi e fragranze su misura dal 1986 e tra la sua clientela ha, tra gli altri, Ornella Vanoni, Elio Fiorucci, Lucia Locatelli, Francesco Totti, Asia Argento, Ornella Muti, Giorgio Armani e soprattutto la regina Elisabetta II d’Inghilterra, che nel 2008 ha chiesto alla torinese una fragranza esclusiva per le candele e gli ambienti di Buckingham Palace e delle altre residenze reali.

 

La Tonatto ricrea fragranze anche basandosi su storia e arte: il profumo di Cleopatra descritto in un papiro egizio, la fragranza che usava Napoleone, il profumo dei fiori dipinti da Caravaggio come per Il suonatore di liuto dell’Hermitage di Pietroburgo.

 

«Quella del carcere è stata un’esperienza preziosa ed importante per tutti coloro che hanno partecipato – sottolinea la Tonatto –. La realizzazione di un profumo in questo contesto rappresenta per me la possibilità di dare a queste donne meno fortunate un momento di puro apprendimento di una materia tanto effimera quanto interessante. E magari per poter anche aprire insieme una piccola finestra di speranza per il loro futuro, anche professionale. La passione per i profumi accomuna le persone più diverse; ogni persona ha una memoria olfattiva che s’innesca specialmente nei momenti di difficoltà per portarci conforto e piacevolezza, per farci rivivere momenti importanti della nostra vita affettiva. L’arte della profumeria non ha limiti espressivi e può essere portata come esempio di disciplina intellettuale anche in un luogo come il carcere».

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