Il profitto è uno strumento
Nel 1993 una multinazionale presente da 20 anni sul territorio umbro decide di chiudere. È grazie a un Mbo, una operazione di acquisizione dell’azienda da parte di un gruppo di manager interni ad essa, che 200 famiglie non finiranno sul lastrico. Tra questi manager c’era Walter Baldaccini, il papà di Beatrice, Antonio e Leonardo, oggi azionisti di maggioranza della UmbraGroup s.p.a. Per Walter Baldaccini fondamentale era stata la formazione cattolica e il Movimento dei Focolari, veicolo attraverso cui aveva incontrato l’Economia di Comunione, portando i valori cristiani all’interno dell’azienda. Beatrice Baldaccini è oggi referente Aipec per la regione Umbria, e quando parla dell’incontro con l’associazione lo definisce un “testamento spirituale” del papà Walter: «Era il 4 maggio del 2014, era in corso un convegno per discutere di lavoro, di crisi economica e dell’Economia di Comunione come strumento per uscirne». È in quell’occasione che Beatrice incontra l’Aipec, lo stesso giorno della morte del papà. Oggi le famiglie che vivono grazie all’azienda sono circa mille e lavorano in un clima decisamente sereno e all’avanguardia. Le donne che lavorano nella ditta hanno diritto a tre anni di part-time dopo la maternità, i figli dei dipendenti frequentano i campus estivi gratuitamente e i lavoratori hanno delle convezioni con esercizi locali per gli acquisti.«Il capitalismo come sfruttamento al massimo delle risorse e profitto come unico scopo è fallito, la crisi del 2008 lo ha dimostrato, perché è stata soprattutto una crisi di valori etici, infatti solo dopo si sono attivati movimenti di welfare. È chiaro che un’azienda deve pensare al profitto, ma come strumento per permettere alle persone di realizzarsi, per avere un impatto virtuoso nella comunità». Tra un caffè e un treno da prendere al volo, Beatrice ritorna a parlare di Aipec e di come sia stata punto di riferimento per la ridistribuzione degli utili: «In un mondo così interconnesso come quello di oggi non ci si può dimenticare delle povertà. Bisogna reinvestire su progetti sociali, creare condizioni di vita migliori per persone con disagi». E prima di chiudere per tornare a lavoro riesce ad accennare ai suoi prossimi impegni:«Progetti di responsabilità sociale a sostegno di bambini africani nel loro ciclo di studio dalle elementari alle superiori, e convegni con l’intento di far conoscere l’Associazione degli imprenditori per l’Economia civile e di comunione, cioè l’Aipec».