Produrre bioplastiche mangiando anidride carbonica

Nasce una partnership per un progetto che cattura e lavora le particelle di CO2 presenti nell'atmosfera.

Una nuova sfida per produrre bioplastica dall’anidride carbonica (CO2) presente in atmosfera. Chi lo avrebbe mai detto che un giorno avremmo potuto scrivere una cosa del genere! Se l’obiettivo sarà centrato, dall’inquinamento dell’aria potremo ricavare benefici grazie ad una rivoluzionaria tecnologia per la produzione di biopolimeri dall’anidride carbonica.

Questo progetto è il frutto dell’accordo sottoscritto qualche giorno fa dalle società italiane Bio-on ed Hera. Insieme hanno dato vita ad un gruppo di lavoro denominato Lux-on, che impiegherà il proprio tempo per sviluppare la nuova tecnologia nel catturare la CO2 presente nell’atmosfera come fonte di carbonio, da utilizzare poi per la produzione di bioplastiche.

Frutto di 2 anni di ricerca degli scienziati di Bio-on che operano in Italia e Usa, la nuova tecnologia prevede quindi l’uso dell’anidride carbonica presente in atmosfera a costo zero come fonte di carbonio per la produzione di bioplastica, naturale e biodegradabile al 100%, cioè che è del tutto eliminabile in natura, grazie all’utilizzo di batteri che si “nutrono” del materiale scomponendolo.

«Siamo particolarmente orgogliosi di dare concretezza ad un sogno dell’umanità come catturare CO2 dall’atmosfera per produrre materiali innovativi come il nostro biopolimero PHAs – spiega Marco Astorri, Presidente e Ceo di Bio-on S.p.A. -. Siamo pronti ad affrontare questa nuova sfida che allargherà ancora di più, nei prossimi anni, i nostri clienti consolidando il primato dell’Italia nella produzione di biopolimeri di alta qualità nel mondo».

I laboratori e il primo impianto del nuovo progetto Lux-on verranno costruiti entro il 2019 vicino allo stabilimento industriale di Bio-on Plants a Castel San Pietro Terme (Bologna). Oltre a contribuire all’eliminazione di CO2 dall’atmosfera, l’impianto sarò alimentato da fonti rinnovabili.

«Per Gruppo Hera la partecipazione alla nuova società fondata da Bio-on è la rappresentazione di una naturale comunione di intenti e di una alleanza che crediamo possa essere sviluppata con grande successo anche oltre il nostro territorio e in diversi ambiti di intervento – ha spiegato Tomaso Tommasi di Vignano, Presidente Esecutivo del Gruppo Hera -. Con quest’accordo, grazie all’ampiezza e alla qualità dei nostri servizi, possiamo fornire un’ulteriore e fondamentale impronta green a un progetto che punta a cambiare il mondo delle bioplastiche, senza contare l’impegno congiunto sul fronte della trasformazione di sfalci e potature. Un ambito, quest’ultimo, che presenta ampi margini di sviluppo, considerando che Hera raccoglie ogni anno 200 mila tonnellate di sfalci e potature e che potranno essere trasformati anche in bioplastiche grazie alla nostra tecnologia».

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons