Il privato è un bene pubblico (10 idee per salvare il pianeta)
Proteggere il pianeta
«Siamo determinati a proteggere il pianeta dalla degradazione, attraverso un consumo e una produzione consapevoli, gestendo le sue risorse naturali in maniera sostenibile e adottando misure urgenti riguardo il cambiamento climatico, in modo che esso possa soddisfare i bisogni delle generazioni presenti e di quelle future». Così è scritto nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, programma d’azione sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi membri dell’ONU. E questo impegno a gestire le risorse naturali in maniera sostenibile riguarda i governi, le imprese e ciascuno di noi, ogni nostro gesto, ogni nostra decisione.
Essere cittadini green
Dovremmo continuamente domandarci: posso spostarmi in modo da inquinare il meno possibile? Come posso trasformare la mia casa e l’ufficio in cui lavoro in spazi a minimo impatto ambientale? Come faccio a mangiare in modo sano, gustoso e sostenibile? Ho la possibilità di essere un genitore green e di operare scelte alternative a pannolini monouso e omogeneizzati?
Il libro
È per rispondere a queste e ad altre domande che Matteo Nardi e Letizia Palmisano, giornalisti ambientali impegnati da sempre nella diffusione della cultura della sostenibilità, hanno scritto il volume 10 idee per Salvare il Pianeta (prima che sparisca il cioccolato), da oggi in libreria, in cui sono contenute alcune preziose istruzioni, suggerimenti a volte semplici, ma capaci di restituire consapevolezza ai nostri gesti e metterci nelle condizioni di fare la nostra parte nella lotta contro i cambiamenti climatici.
Rimboccarsi le maniche adesso
«Non c’è un secondo tempo, il momento per rimboccarsi le maniche è adesso, prima che sia troppo tardi e sparisca il cioccolato – scrivono i due autori — il mondo ha bisogno di ognuno di noi perché anche nel piccolo della nostra quotidianità possiamo davvero fare la differenza. Vivere in modo più green è facile e si può iniziare da semplici piccoli passi: a guadagnarci saremo noi e il pianeta».
Una questione globale
La crisi ambientale ci impone di ripensare il modello che ha trasformato il nostro pianeta in un luogo che entro il 2050 conterà oltre 200 milioni di “rifugiati ambientali”. Si tratta di una questione geopolitica globale, che interessa strategie pubbliche di sostenibilità oltre che modelli di produzione, distribuzione e smaltimento adottati dalle organizzazioni private. Ma è anche una sfida per ciascuno di noi, un’occasione per ripensare le azioni della nostra quotidianità: la mobilità, il riciclo dei rifiuti, i consumi di energia, l’alimentazione, lo svago, lo sport.
Il privato è pubblico
«Mai come in questi anni ci siamo resi conto che il privato è pubblico – sottolinea Simone Cosimi, giornalista e autore dell’introduzione del libro –. Anzi, è un bene pubblico. Nel senso che contiene in sé, nelle direzioni che può imboccare, un potenziale di positività distribuito allo stesso modo fra le posizioni di principio e gli esempi pratici. Probabilmente il salto rivelatore di questi nostri anni d’angoscia e sconcerto, quando non ci rimaneva altro che affidarci al clicktivism, è stato questo: dare corpo alle posizioni di principio liberandoci dal ricatto dell’ambientalismo radicale. Ormai siamo tutti ambientalisti, nel senso che le informazioni a nostra disposizione sono tante e di tale qualità da coinvolgerci senza scuse. Questo libro velocizza la transizione a cui siamo chiamati».