Primo via libera al Conte 2

Fiducia assicurata alla Camera, mentre l’opposizione dimostra in piazza. I punti di novità, tutti da declinare, nell’intervento del presidente del Consiglio che cita Giuseppe Saragat e Hannah Arendt  
ANSA/ANGELO CARCONI

La fiducia al Conte 2 è arrivata dalla Camere nella sera di lunedì 9 settembre senza troppi problemi, scontri o tafferugli in aula. Il conteggio si presenta più problematico in Senato nella giornata di martedì 10 settembre.

Per la prima volta si sono visti assieme, seduti l’uno accanto all’altro, i ministri dem e quelli pentastellati chiamati a declinare un vero e proprio programma politico comune e non i contenuti di un contratto di compromesso come quello pattuito da Lega e M5S nel giugno 2018.

ANSA/RICCARDO ANTIMIANI
ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Il partito di Salvini ha aderito alla manifestazione indetta, nella mattinata, da Fratelli d’Italia per contestare un esecutivo definito delle “poltrone”, nella convinzione della minoranza parlamentare di  rappresentare la maggioranza del Paese, in base al voto delle elezioni europee e delle recenti regionali.

La piazzetta davanti Montecitorio è facile da riempire, ma si tratta di circa 2 mila persone, tra le quali non potevano mancare esponenti della destra estrema con tanto di saluto  romano, sotto le bandiere tricolori scelte come simbolo comune tra i promotori, ai quali si è aggiunta l’ala scissionista di Forza Italia guidata dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Non si è trattato comunque di “una marcia su Roma”, ma di un forte dissenso in nome della “democrazia”, intesa come governo del popolo maggioritario di destra.

Forza Italia ha scelto, invece, un profilo istituzionale, affidandosi,nel dibattito parlamentare, alle parole di Maria Stella Gelmini che ha fatto una critica nel merito delle scelte annunciate dal nuovo governo, pur apprezzando l’invito di Conte a usare un linguaggio mite, anche sui social che si rivelano, purtroppo, un moltiplicatore d’odio. I toni si sono alzati durante la replica finale del presidente del consiglio, dato che la polemica è entrata inevitabilmente dalla piazza nel palazzo, con grida ritmate per reclamare “elezioni” quanto prima.

Negli interventi dei leghisti, con citazioni di Gramsci sul rifiuto dell’indifferenza, si è fatto esplicito riferimento al cedimento del nuovo governo alla logica ordoliberista imposta a livello europeo contro i Paesi come l’Italia, destinata a diventare un gigantesco campo per i migranti con la riapertura dei porti e dei confini.

Merita, perciò, affrontare e analizzare il lungo discorso pronunciato da Conte per chiedere la fiducia alla Camera. L’invito alla mitezza non riguarda solo il dibattito tra partiti diversi ma all’interno della maggioranza. Si comprende la necessità di invitare alla probità tutti gli esponenti del governo e dei diversi esponenti politici per evitare crepe destinate a diventare spaccature insanabili davanti a tanti capitoli di interpretazione controversa. Il famoso “metodo Bearzot” del silenzio dei giocatori utilizzato dalla Nazionale per vincere il mondiale del 1982.

Conte ha scelto un tema unificante come banco di prova della nuova maggioranza e cioè l’accesso gratuito, dall’anno scolastico 2020-2021, agli asili nido per le fasce di popolazione dal reddito medio basso. Una misura simbolo nel segno del sostegno alle famiglie e soprattutto alle madri.

Tale presa di posizione si colloca dentro una visione non solo politica ma culturale che invoca un vero «patto politico e sociale».

Il presidente del Consiglio cita un altro Giuseppe quasi del tutto dimenticato, il costituente e poi presidente della Repubblica Giuseppe Saragat che invitava a fare del volto di questa Repubblica un volto umano dove la democrazia non si decide nel rapporto tra maggioranza e minoranze ma da rapporti tra esseri umani, pena la ricaduta nella tirannide. Le parole dell’esponente socialdemocratico hanno introdotto nell’intervento di Conte un riferimento ai “valori non negoziabili” che coincidono con quelli della Costituzione, che si vorrebbe integrare con un esplicito riferimento alla protezione dell’ambiente e alla biodiversità.

 ANSA/ALESSANDRO DI MEO

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La vera sostanza dell’inedito governo M5S-Pd-Leu si giocherà sull’annuncio di una «svolta profonda delle politiche economiche e sociali» dove si cita l’importanza della mano pubblica nel sostenere una vera politica industriale, secondo una logica alternativa alla Flat Tax leghista che avrebe lasciato più soldi ai benestanti come premessa di una ricaduta positiva sull’economia generale. Conte ha ribadito la progressività della tassazione al crescere del reddito, non aprendo comunque a nessuna ipotesi di imposta patrimoniale, ma evocando la riduzione del cuneo fiscale e cioè l’esigenza di lasciare più soldi in busta paga riducendo quanto le imprese pagano per imposte e contributi.

Prospettive che restano, tuttavia, mere dichiarazioni di principio senza «un riesame delle regole del Patto di Stabilità» che «può contribuire a una nuova fase, rilanciando gli investimenti in infrastrutture, reti, innovazione, educazione e ricerca», come ribadito il 7 settembre nel messaggio del presidente della Repubblica al forum economico degli imprenditori di Cernobbio.

Un mondo quest’ultimo che si interroga sulle scelte esplicite di Conte che ha ribadito il “no” a nuove trivellazioni per l’estrazione di idrocarburi e l’intenzione di rivedere il tema delle concessioni autostradali dopo il crollo del ponte Morandi «senza nessuno sconto per gli interessi privati, avendo quale obiettivo esclusivo la tutela dell’interesse pubblico e, con esso, la memoria delle 43 vittime, una tragedia che rimarrà una pagina indelebile della nostra storia patria». Un segnale esplicito che vuole contrastare l’immagine di un esecutivo morbido verso le grandi società come quella dei Benetton, concessionari del sistema autostradale e non solo. Anche il riferimento all’attuazione di una legge sull’acqua pubblica si presenta come il coronamento del cammino referendario del 2011, pur se è diverso far riferimento ad “una” legge sul servizio idrico pubblico diversa da “la” legge sull’acqua pubblica promossa dai promotori del referendum, impegno esplicito dei M5S.

Nell’intervento di Conte si può leggere anche il senso di un sovranismo inteso come intenzione di «mettere la Patria al di sopra di tutto e non farsi mai condizionare da pressioni di poteri economici e da indebite influenze esterne». Come a dire che il vero conflitto si gioca ora con entità che non sono gli altri stati ma entità economico finanziarie più forti delle stesse nazioni. Una battaglia che va fatta in Europa per realizzare l’obiettivo che «i profitti vengano tassati dove sono realizzati». Riferimento esplicito ai paradisi fiscali presenti anche nel continente come ha messo in evidenza l’ultima relazione dell’autorità sulla concorrenza con riferimento, ad esempio, allo spostamento della sede della Fca.

Ma è anche chiaro che il primo scoglio da sperare da parte del governo è quello di reinterpretare i due decreti sicurezza e immigrazione secondo le indicazioni esplicitate da Mattarella, assieme ad una trattava serrata a livello europeo per il cambiamento del regolamento di Dublino in tema di migrazioni.

Tutto da decifrare resta, infatti, la conferma della «vocazione euroatlantica» dell’Italia, Pase fondatore dell’Unione europea e legato da un «imprescindibile legame con gli Stati Uniti».  Affermazioni che servono a fugare  ogni dubbio nei nostri rapporti con Russia e Cina, ma si riveleranno decisive sulla questione della guerra in Libia che Conte ha citato come area dove vuole spendere in particolare il suo impegno. Così come su un diverso tema come le competenze sulla disabilità per le quali ha concentrato ogni delega sulla presidenza del Consiglio.

Tanti sono le questioni affrontate nel lungo discorso che merita leggere per intero sul sito ufficiale di palazzo Chigi, nella consapevolezza di trovarsi una occasione unica del governo, affidata al superamento dei pre-giudizi interno che, citando Hannah Arendt, sono «tipici di chi guarda al passato». Una maggioranza che evidentemente si regge sulla necessità di costituire un fronte verso il salvinismo che ha compattato finora parte della società, ma che deve essere credibile nelle scelte e nei risultati promessi.

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