Prime battute d’arresto nel mercato del gioco
In generale, in quasi tutta Italia, la spesa destinata al gioco (slot, schedine varie e scommesse) è in leggera diminuzione. A Milano e in Lombardia, invece, la spesa continua a salire. A darne conferma sono i dati aggiornati dell’agenzia specializzata Agimeg. E così scopriamo è la provincia di Milano quella in cui si tenta maggiormente la fortuna, con una spesa complessiva di ben 5,9 miliardi di euro. Tanti sono i soldi spesi in questo 2013. Si tratta di una stima effettuata in base all’andamento fino ad oggi, secondo la quale ogni abitante ha speso intorno a 1.500 euro. Pe rspesa pro capite, superano i milanesi gli abitanti di Pavia, che raggiungono la quota record di 3 mila euro annuali a persona. In totale, in tutta la regione, quest’anno se ne sono andati 14,6 miliardi di euro.
«Da sempre la Lombardia è tra le prime d’Italia – precisa Fabio Felici, direttore di Agimeg –, ma con diverse sfaccettature: a Pavia si gioca soprattutto con le slot machine, a Brescia è il Lotto a far man bassa. A Milano si gioca di tutto, semplicemente perché ci sono più soldi e la crisi è arrivata dopo. Ma il calo si rifletterà su schedine e scommesse anche al Nord, già quest’anno i dati sono in flessione per tutto il settore».
La buona notizia è che sembra certo che il mercato dei giochi, a parte quelli online comepoker e affini, ha infatti subìto per la prima volta una notevole battuta d’arresto. Dopo anni di eccessi, la somma di tutte le giocate effettuate sul territorio nazionale si attesta quest’anno intorno agli 85,4 miliardi di euro, oltre 2,1 miliardi in meno rispetto all’anno passato, per un 2,5 per cento in meno.
L’Erario deve rinunciare a circa 150 milioni di gettito. La crisi, anche se in ritardo, finalmente arriva anche per Lotto, videolottery, lotterie tradizionali, scommesse sportive, slot e Bingo. «Non è più quel mondo dorato di cui si sente sempre parlare – precisa Felici – è un mercato che sta raggiungendo la saturazione e le società stanno arrivando al limite massimo di guadagni. Da questo settore, che impiega in tutto il Paese circa 120 mila persone e muove cifre che si aggirano intorno al 3 per cento del Pil nazionale, si cominciano a sentire i primi scricchiolii».
Ma basta dare un’altra occhiata per capire che da queste parti la voglia di scommettere e giocare è ancora molto alta. Dopo Milano, nella classifica della spesa complessiva in Lombardia, al secondo posto c’è Bergamo, dove quest’anno sono stati spesi 1,6 miliardi, seguono al terzo Pavia, con 1,5, e al quarto Brescia con 1,3. I minori volumi di gioco invece si registrano a Lodi, con 292 milioni di euro spesi, e a Sondrio, dove se ne spendono solamente 237.