Prezzo della benzina e speculatori
C’è chi sostiene che benzina e gasolio sono oggi così cari anche a causa delle speculazioni di finanzieri intenti a coprire le perdite delle loro speculazioni immobiliari: a mio parere chi specula lo fa ogni volta che spera di lucrarci, anche se poi a volte ci rimette le sue penne di avvoltoio dell’economia: il peggio è quando egli arriva a coinvolgere in questi giochi pericolosi più o meno inconsciamente, tramite le banche, i risparmiatori e le famiglie, spingendo, come oggi, l’economia mondiale verso la recessione. La speculazione sui prodotti petroliferi esiste, eccome: ogni settimana gli Usa calcolano le loro scorte di benzina e gasolio e quando queste risultano basse e sono prevedibili maggiori consumi per ragioni meteorologiche o per lunghi fine settimana, i grossisti speculatori acquistano sul mercato dei futures più prodotti di quelli loro necessari, sperando di rivenderli giorni dopo a prezzo superiore. Queste azioni di aggiotaggio negli Usa sono punite dalla legge, ma sono possibili nel mercato internazionale: quando poi il prezzo della benzina cresce negli Usa, finiamo per pagarla di più anche noi. Inoltre quando i produttori di petrolio vedono i grandi profitti di chi lo acquista e raffina, esigono una fetta del maggior guadagno che ottengono perché si è ormai prossimi alla massima produzione mondiale realizzabile: oggi il vero limite produttivo, però, non è quello dei pozzi, ma la capacità degli impianti delle raffinerie che negli ultimi trenta anni non hanno avuto il permesso di ampliarsi. Adesso si è giunti ai 100 dollari al barile, e c’è già chi parla di 150 o 200 dollari in futuro: nel 1979, per la crisi iraniana di allora, si era già giunti ad un prezzo equivalente: allora la recessione mondiale che ne era derivata aveva fatto ridurre di molto i consumi ed in pochi anni il prezzo era sceso a 7 dollari. Oggi però, se anche in Occidente e nei Paesi importatori si contrarranno i consumi, essi saranno compensati ampiamente dalla enorme fame di energia dei tre miliardi di persone di Cina, India e Sud- Est asiatico. Così non possiamo illuderci: è possibile che la benzina arrivi prima o poi ai 4 euro, come prevedono in Germania. Vediamone però anche il lato positivo, una grande spinta al risparmio, ad aguzzare l’ingegno per energie alternative sempre nuove che il maggior costo indurrà, a vantaggio dell’ecosistema globale.