Prevenire l’inondazione di male

Farsi cellule sane per vivificare l’organismo umano-divino che è la Chiesa.
Il battesimo di Cristo

La letteratura ha espresso l’orrore e la fatica del mestiere d’uomo, che è divenuto desolato e senza sbocchi, nella civiltà senza Dio. Ma o non ha espresso o ha detto con debolezza che cosa si debba fare per risalire a un piano di più razionale umanità, dove il vivere non sia un agonizzare, tra lo spavento della miseria e l’odio ideologico. Si descrive assai il male, si diagnostica poco la causa, manca ancora un Battista che gridi ai sordi che è tempo di mutamento, di penitenza. Se non si toglie il male non passa il dolore. E la salute è Cristo: e Cristo non entra se lo spazio è intasato dal marcio. Ci vuole una preliminare disinfezione che gli apra la strada, nel senso in cui intendeva aprirla col cuore di Isaia il Precursore del Messia.

 

Allora come ora toccò aprire un varco attraverso la selva aspra e forte: attraverso la politica e l’economia, la letteratura e l’arte, la scienza e il costume. Questo è preparare le vie del Signore. Se tale preparazione preliminare si fa, egli viene.

Sono molti, più di quanti si creda, quelli i quali hanno capito che la rinascita potrà portarla solo il ritorno di Cristo. Siamo Chiesa se ciascuno fa quel che il Battista, vestito di velli, chiedeva ai contemporanei, vestiti di tuniche: espurga da sé tutto il male onde è colmo per farsi un portatore del divino. Non aspetta che si purifichino gli altri. Comincia a farsi cellula sana per vivificare l’organismo umano-divino. Per tal modo ciascuno si fa, se vuole, precursore della salvezza. Finché visse Giovanni il Battezzatore, parve a tutti una canna sbattuta dal vento, una voce gridante nel deserto; ma le sue parole trassero forza dalla sua vita di rinunzia prima e dalla sua morte di sangue poi. Fece della sua esistenza un’opera di demolizione e costruzione, per spianare la strada al Signore.

 

Non aspettiamo per riformarci che calino i disagi, le sofferenze; noi possiamo prevenire l’inondazione di male facendo ciascuno, di sé, un produttore di bene: piantandosi nella tenebra vorticosa come una colonna di fuoco. Occorre che ciascuno faccia penitenza, a costo di sottrarre spazio alla maldicenza. Allora concorre a generare quell’atmosfera messianica, fatta di carità e di povertà, sotto la cui ardenza la disperazione brucia come fieno di tetti.

 

Da: Parole di vita, Società Editrice Internazionale, 1954.

 

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