Presidenziali francesi, uberizzazione e sciocchezze

Macron e Le Pen domenica si confronteranno nelle urne per diventare presidente della Repubblica francese. Dibattito tv senza esclusione di colpi. Le incertezze dei cattolici

Ieri sera s’è tenuto l’atteso, unico dibattito televisivo tra i due candidati alle presidenziali francesi di domenica prossima. Emmanuel Macron parte dal 24,3% e Marine Le Pen dal 21,3%. Nemmeno un quarto dell’elettorato, cioè, ha scelto direttamente un personaggio preciso, cosicché almeno un altro quarto di francesi dovrà fare una seconda scelta per eleggere il successore di François Hollande.

Nel corso della serata, i toni sono stati molto elevati da parte della candidata del Front National (anche se la Le Pen si è dimessa dal partito) e molto più pacati da parte dell’alfiere di En marche, segno di due strategie ben distinte: Marine guarda agli scontenti, a chi è stufo dell’establishment consolidato, delle banche, delle burocrazie di Bruxelles, dei musulmani conquistatori e terroristi, dell’attacco sistematico alla famiglia tradizionale e alla sua etica; Emmanuel cerca di rassicurare chi ha in mano le leve del potere, Bruxelles e la Merkel, il ceto medio che non vuole troppi scossoni, gli integrati nel sistema economico transalpino, in uno spirito di accoglienza degli immigrati un po’ obtorto collo, con accenti fermi sulla sicurezza. Entrambi si ritrovano uniti contro la timidità di troppi a proposito della grandeur della Francia. Le Pen ha accusato Macron di voler “uberizzare” la società, schiavo com’è della globalizzazione economicista, mentre Macron ha risposto accusando la candidata del Front National di dire una montagna di sciocchezze senza argomentare mai seriamente le sue scelte.

I sondaggi prima del primo turno parlavano di sicura vittoria di Macron nel caso di uno scontro al secondo turno con la Le Pen. Oggi un elemento di incertezza è dato dalla mancanza di un consiglio di voto ai propri elettori da parte di Mélenchon (sembra che solo il 35% propenderà per il centrista), mentre Fillon e Hamon, i grandi sconfitti dei due partiti tradizionali, gaullisti e socialisti, hanno dato il loro appoggio al candidato di En Marche.

Pure il mondo cattolico s’interroga. Le due anime della Chiesa francese – una più tradizionalista, legata ai temi della difesa della famiglia e della vita, l’altra più sociale, più aperta agli esclusi e agli immigrati – si confrontano in un confronto spesso acceso, perché nessuno dei due candidati ha un programma che possa soddisfare i cristiani. I vescovi, da parte loro, non si esprimono in modo compatto, così come movimenti e gruppi lo fanno in ordine sparso. In un comunicato della Conferenza episcopale francese vengono enumerati gli ambiti nei quali bisogna giudicare i candidati prima di fare la propria scelta: solidarietà, educazione, accoglienza dei migranti, progetto europeo, salvaguardia del creato, famiglia e dignità umana.

Proprio a partire da questi criteri, i gesuiti francesi hanno scelto Macron, e argomentano la loro opzione con un articolo del Ceras, il Centro di ricerca e azione sociale dei gesuiti di Parigi (traduzione di Aggiornamenti sociali): «Le nostre riserve nei confronti dei due candidati non hanno lo stesso peso: la meditazione del Vangelo e l’attenzione all’insegnamento della Chiesa ci impediscono di sostenere il Fronte Nazionale con il nostro voto o con l’astensione. Se Macron sarà eletto, dall’indomani ribadiremo le nostre obiezioni al suo programma. Ma oggi c’è un’urgenza: non possiamo mettere sullo stesso piano ciò che struttura l’intero programma di Marine Le Pen (xenofobia, il rifiuto dello straniero) e altri aspetti che, per quanto discutibili, potranno essere contestati in un successivo processo democratico. Le questioni bioetiche sono cruciali poiché segnalano le scelta antropologiche che modellano una società, ma non possono essere isolate da altre questioni vitali per la democrazia, la pace e il bene comune, che costituiscono il quadro nel quale una riflessione sulla società potrà continuare a svolgersi». In ogni caso il voto dei cattolici alla fine risulterà decisivo.

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