Premiati i fisici Higgs e Englert

Alla fine di una caccia durata quasi 50 anni, l'accademia reale delle scienze ha premiato i due fisici teorici che nel lontano 1964 ipotizzarono l’esistenza di una particella elementare capace di dare la “massa” alle altre particelle.
Englert e Higgs

Al momento dell’intuizione François Englert (nato nel 1932) lavorava all’Università libera di Bruxelles, mentre Peter W. Higgs (1929) era ricercatore all’università di Edimburgo in Scozia.

Questa particella, che ha preso il nome di Higgs, risolve un dilemma che ha fatto venire il mal di testa a schiere di fisici teorici: perché e come le particelle hanno una massa? Come in un puzzle, al modello standard della fisica fondamentale mancava un tassello essenziale. Un tassello la cui assenza poteva far crollare, come un castello di carte, tutta la descrizione messa a punto nell’ultimo secolo. La particella di Higgs è questo tassello.

Naturalmente, nella scienza, per ogni domanda risolta altre dieci se ne generano, ma per adesso accontentiamoci di sapere che esiste effettivamente un campo di energia, invisibile, che permea tutto l’universo (il campo di Higgs) e permette alle particelle di avere una massa. Quindi a noi e a tutte le cose di esserci sulla scena del mondo.

Dimostrare l’esistenza di questa fantomatica particella era dunque molto importante per i fisici (che comunque avevano preparato teorie alternative nel caso non fosse stata trovata), ma forse era ancora più importante per i giornali e la pubblica opinione. La particella di Higgs, infatti, era ormai leggendaria anche presso la pubblica opinione e tra i giornalisti che la chiamavano “la particella di Dio”, con grande fastidio degli scienziati (e forse dei teologi).

Per scoprirla, però, ci sono voluti anni e anni di tentativi, soprattutto perché la teoria non prevedeva a quale livello di energia sarebbe stata trovata. Per arrivare a scoprirla c’è voluta la costruzione del più grande acceleratore del mondo (al Cern di Ginevra) e la collaborazione di quasi cinquemila scienziati, ingegneri e tecnici, coordinati da due personaggi ormai famosi quanto i due premi Nobel: Fabiola Gianotti (italiana) e Joseph Incandela (statunitense), responsabili degli esperimenti Atlas e Cms. Molti anzi pensavano che il Nobel andasse a loro, come era successo anni fa a Rubbia. Ma questa volta sono stati invece premiati i fisici teorici, anche perché il massimo numero di co-vincitori di un Nobel è tre e quindi non c’era posto per tutti e quattro.

Due ultime considerazioni. C’è grande festa tra tutti i fisici per questo Nobel, ma forse un po’ di merito lo abbiamo anche noi contribuenti europei, visto che l’acceleratore del Cern lo abbiamo finanziato con le nostre tasse.

E infine: vietato riposarsi. Se seguite le discussioni tra i fisici dopo la scoperta della particella di Higgs, vedrete che l’argomento del giorno è un’altra domanda fondamentale: se Higgs dà la massa alle altre particelle, chi la dà a lui, o meglio perché ha proprio la massa che è stata trovata? Il gioco continua…

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons