Chiese insieme, in cammino
Siamo nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio 2018), profeticamente nata 110 anni fa, nel 1908, dall’episcopaliano Paul Wattson. Quest’anno il versetto biblico e i materiali proposti dalle chiese caraibiche ci rimettono sulle labbra un versetto che è nel canto di Mosè dopo la liberazione dalla schiavitù d’Egitto e la traversata del Mar rosso.
È la presa d’atto dell’azione di Dio per il suo popolo, è grido di testimonianza che fa eco a quello del popolo ebraico e al mistero della salvezza operata da Cristo e ci spinge a credere che le contraddizioni, le lacrime e le schiavitù che affliggono gli uomini nel presente, che li spingono ad una emigrazione forzata da situazioni di povertà, di sopruso e di guerra, che li incatenano ai margini della società e della povertà e della fame, possono essere affrontate con la speranza che Dio può intervenire e lo può fare con una azione diretta e con l’impegno delle braccia e delle menti dei cristiani.
La scelta del versetto e dei commenti fatta dalla comunità caraibica sottolinea la dimensione salvifica sul piano spirituale, materiale, sociale che ha la fede ed interpella tutti i cristiani nelle diverse situazioni. L’unità, che resta dono di Dio, può dare respiro, consistenza e futuro all’impegno di liberazione che si prospetta necessario.
Il grido “Potente è la tua mano Signore” vale anche per l’unità dei cristiani che resta ancora inattuale, eppure già ci appare all’orizzonte come possibile. La prospettiva di papa Francesco, che parla di incontro, di reciproco accompagnamento, di sequela di Cristo andando insieme verso l’unità, ci ha portato a recuperare gli strappi della storia in una nuova logica, quella della misericordia.
Nel 2017 abbiamo celebrato insieme alle chiese evangeliche l’inizio della riforma luterana riscoprendo che abbiamo continuo bisogno, come cristiani e come chiese, di riformare le nostre strutture e mentalità per attuare un nuovo incontro tra noi ed assumerci il compito che ci spetta rispetto alle esigenze dell’umanità di oggi. Il cammino d’unità con le chiese ortodosse prosegue ed il dono di ospitalità delle comunità ortodosse in chiese cattoliche in Italia, insieme alla collaborazione per la promozione delle persone immigrate lo testimoniano in modo significativo.
A dicembre è nata la Consulta ecumenica delle Chiese cristiane presenti in Italia ed il 2018 avrà le sue sfide. Il cammino per l’unità che ci è alle spalle ci rafforza nella speranza e nell’impegno reciproco ad una collaborazione effettiva già attuata e da implementare, perché ogni schiavitù e povertà sia vinta e insieme possiamo far nostro il canto di Mosè: «Potente è la tua mano», e darne testimonianza nell’accoglienza reciproca, nella comune preghiera, nell’attenzione comune verso chi ha bisogno come persone e come chiese.
È sempre più chiara la coscienza emersa esplicitamente nell’incontro del 24 agosto 2017 tra papa Francesco e la delegazione del Consiglio mondiale delle Chiese che unità delle Chiese e unità del genere umano sono interconnesse.
Così possiamo far nostro quanto ha dichiarato il presidente delle Chiese Evangeliche in Italia Luca Negro a proposito della settimana di preghiera per l’unità: «Mentre pregheremo che il Signore spezzi le catene di ogni schiavitù, chiediamogli dunque che spezzi anche ogni nostra eventuale resistenza, e ci aiuti a renderGli finalmente, anche nel nostro Paese, una testimonianza ecumenica unitaria» (Roma (NEV), 10 gennaio 2018).