Portatori del regno di Dio nelle città degli uomini
Quando si accoglie un uomo, si accoglie Gesù.
«Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi”» (Lc 10,10-11).
Era un modo di fare di allora. Ma in Gesù, più che un atteggiamento di disprezzo, era un ammonimento d’amore, come a dire: il regno di Dio è vicino, attenti alle grazie che state perdendo.
Da ciò è chiaro che non dobbiamo attardarci con le persone che non ci vogliono ascoltare; come non dobbiamo convertirle per forza, così non dobbiamo sprecare le grazie di Dio e il tempo per quelli che non ascoltano.
Quando si è esposto loro il messaggio di Dio, quando si sono anche ammoniti che è una grazia di Dio e che il perderla sarà per essi una cosa molto seria e molto grave, dobbiamo andare in un’altra città, dobbiamo andare in un altro luogo a portare il regno di Dio.
E qui Gesù spiega come queste grazie del Vangelo sono così grandi che, se le più grandi città peccatrici dell’antichità le avessero avute, si sarebbero certamente convertite.
Dopo dice: «Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato» (Lc 10, 16).
Questo è bello, bello e terribile: se siamo portatori del regno di Dio, chi accoglie noi accoglie Dio in maniera tutta particolare.
Sempre, quando si accoglie un uomo, si accoglie Dio, però chi accoglie il portatore di Dio accoglie Gesù in maniera speciale e chi accoglie Gesù accoglie colui che l’ha mandato, cioè il Padre, Dio. E chi invece rigetta gli apostoli, rigetta Dio.
(continua)