Popoli indigeni: diritti da rispettare
Papa Francesco, nel corso del suo viaggio in Cile, ha incontrato delle popolazioni indigene, richiamando la necessità di rispettare i diritti di questi popoli, criticando soprattutto la sfruttamento incontrollato delle risorse naturali che causa danni irreversibili all’ambiente abitato da questi popoli, spesso in un contatto strettissimo con la natura, come in Amazzonia, dove si stima vivano circa 400 popoli indigeni, dei quali circa 60 non avrebbero mai avuto contatti con altri uomini.
Infatti, a distanza di oltre dieci anni da quando, il 13 settembre 2007, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato la Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni, resta ancora tanta strada da fare per la promozione e la tutela dei diritti fondamentali dei popoli indigeni. La Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni ha sancito il loro diritto a mantenere e rafforzare le proprie istituzioni, culture e tradizioni ma anche a perseguire la forma di sviluppo più adatta ai loro bisogni e aspirazioni. La situazione è particolarmente delicata in Amazzonia, dove lo sfruttamento delle risorse naturali (petrolio, gas, oro, legname e monocolture agro-industriali) da parte delle multinazionali e di affaristi senza scrupoli sta distruggendo la natura e, quindi, i popoli indigeni che vi sono insediati.
La Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni fa riferimento ad una serie di diritti collettivi riguardanti la cultura, l’identità, l’educazione, la salute, il lavoro, la lingua, ecc. Ovviamente la Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni ribadisce il loro diritto a godere pienamente di tutti i diritti umani secondo quanto riconosciuto da altri documenti internazionali, come la Carta delle Nazioni Unite la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Una parte della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni riguarda la cultura indigena e le relative forme di tutela e promozione, all’insegna del rispetto del diritto dei popoli indigeni ad intervenire a livello decisionale e permettendo l’accesso a varie forme di risorse, come quelle finalizzate all’insegnamento delle lingue indigene. La Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni conferma il loro diritto all’autodeterminazione e ne riconosce i diritti ai mezzi di sussistenza e alle terre, i territori e le risorse. Ancora, la Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni riconosce loro, quando privati dei propri mezzi di sussistenza e sviluppo, il diritto a richiedere un giusto ed equo risarcimento. La Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni condanna anche ogni forma di discriminazione nei loro confronti, promuovendone invece la partecipazione piena e attiva in tutti gli ambiti che li riguardano, nonché il diritto a diversificarsi e a perseguire il proprio approccio in materia di sviluppo economico e sociale.
La Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni non è un documento vincolante per gli Stati ma, come tante altre dichiarazioni delle Nazioni Unite, in quanto espressione della comunità internazionale nel suo insieme, riflettono comunque il riconoscimento di certi principi da parte degli Stati e la loro volontà di sviluppare il diritto internazionale in determinate direzioni. Se è ver che molti dei diritti della Dichiarazione sui diritti dei popoli indigeni richiedono approcci nuovi a temi globali come quelli dello sviluppo, della decentralizzazione e della democrazia multiculturale, è altrettanto vero che gli Stati che ospitano dei popoli indigeni devono mettere in atto delle politiche efficaci di promozione e protezione dei loro diritti, respingendo le pressioni dei potentati economici e rinunciando ai facili guadagni che questi promettono.