Ponti e muri
Al papa oggi viene consegnato in Vaticano il premio Carlo Magno attribuito ogni anno dalla città di Aquisgrana a personalità che si siano distinte per l'integrazione, la pace e l'unità in Europa. Tra i premiati in passato Angela Merkel, l'euro, Bill Clinton, Roger Schutz. Dice Francesco che l'Europa nell'epoca della Nuova Grande Migrazione riprenda a costruire ponti e non muri, seguendo la sua ispirazione originaria. «Povero visionario», dicono in tanti apertis verbis o a denti stretti. Ma il male che affligge l’Europa è proprio la perdita di prospettiva, la scomparsa di orizzonti esaltanti. Senza visione non c'è futuro. Né per l'Europa né per il pianeta. Tanto meno per l'Italia. La visione richiede apertura e suscitare desiderio come scriveva lo scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry: «Se vuoi costruire una nave, non preoccuparti di radunare persone per poi mandarle a raccogliere legna, fabbricare gli strumenti, e poi organizzare un lavoro, dividere i compiti; ma raduna queste persone e suscita in loro la nostalgia per il mare infinito, per il mare aperto». E un proverbio arabo recita: «Se nella tua vita vuoi tracciare solchi diritti, attacca il tuo aratro ad una stella». Indicherà la direzione per tracciare un solco diritto nella storia attuale dell'Europa e del mondo.