Ponte di Genova, è bagarre
Al via l’asfaltatura del nuovo ponte di Genova sul Polcevera. Ma le “chiavi” del viadotto dovranno essere consegnate ad Autostrade per l’Italia. Non è ancora stato deciso a chi affidare l’infrastruttura e Autostrade ha pieno diritto a riceverla in gestione in quanto attuale concessionario.
La revoca è ancora possibile, ma questa notizia sta facendo traballare il governo e ha messo in imbarazzo il Movimento 5 stelle che da due anni minaccia l’estromissione della famiglia Benetton dalla gestione dei quasi 3 mila chilometri della rete autostradale italiana.
L’esecutivo si fa forza della sentenza della Corte costituzionale che mercoledì ha stabilito la legittimità della procedura con la quale venne esclusa Aspi (Autostrade per l’Italia) dalla ricostruzione del Ponte, con il decreto Genova. L’inaugurazione imminente, si parla dei primi giorni di agosto, alza i toni e divide la maggioranza tra un Movimento orientato alla revoca e un Partito democratico preoccupato delle conseguenze economiche di tale decisione.
Ieri, per cercare di sciogliere la matassa, gli amministratori delegati di Atlantia e Autostrade per l’Italia, Carlo Bertazzo e Roberto Tomasi sono stati convocati al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (Mit). La richiesta del governo è stata quella di rivedere le tariffe e il piano delle manutenzioni entro la fine di questa settimana o incombe la minaccia della revoca.
I fatti
Sono passati ormai due anni da quando il 14 agosto 2018 è crollato il ponte Morandi, dove sono morte 43 persone. Il Movimento aveva dichiarato guerra ad Aspi, ma le trattative per la revoca e l’identificazione di una nuova società affidataria non hanno concluso granché. Il ponte ormai ha preso forma e gli amministratori locali vogliono renderlo operativo il prima possibile. «Mancano solo alcune incombenze amministrative e non tecniche – ha detto il commissario per la ricostruzione e sindaco di Genova Marco Bucci –. Le date previste per l’inaugurazione sono il primo o l’8 agosto». Il passaggio ad Aspi potrebbe essere una soluzione temporanea ma l’incombenza dell’inaugurazione ha spinto il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli a inviare un lettera a Bucci, in cui lo invita a cominciare a prendere contatti con Autostrade, concessionario delle tratte connesse a est e a ovest del nuovo ponte. Da qui, si è scatenato un vespaio ed è riemersa la polemica sulla revoca, sopita nei mesi d’emergenza sanitaria.
Le reazioni politiche
Il capo politico del Movimento 5 stelle Vito Crimi ha tuonato: «Il ponte di Genova non deve essere riconsegnato ai Benetton. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il Movimento non arretra di un millimetro». Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, incalzato dai giornalisti dopo l’incontro a Madrid con il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez per cercare di far fronte ai Paesi frugali nell’approvazione del Recovery fund, si è dimostrato perentorio e inamovibile: «O arriva una proposta della controparte che è particolarmente vantaggiosa per lo Stato, oppure il governo procederà con la revoca delle concessioni autostradali entro fine settimana, pur consapevoli che questo comporta insidie giuridiche».
Il leader di Italia viva Matteo Renzi si preoccupa dei danni economici di un’eventuale revoca, in un momento in cui l’Italia dovrebbe cercare di risollevarsi dalla crisi post Covid. «Dopo due anni non si può continuare a urlare “revocheremo” o “cacceremo i Benetton”. Perché è molto semplice, ma impossibile da farsi: basta col populismo degli annunci. Tutti sapevano che la gestione sarebbe andata ad Autostrade: era già previsto dall’inizio del percorso», ha dichiarato a La Stampa. Se si revocasse la concessione ci sarebbe il rischio di una richiesta di risarcimento da 20 miliardi e di perdere la faccia con gli investitori internazionali. «Tutti noi sappiamo che la convenzione firmata con Autostrade nel 2008 era eccessivamente vantaggiosa per il privato – continua Renzi –. Fu un errore del governo di centrodestra che paghiamo da 15 anni e che continueremo a pagare per i prossimi 15. Occorre buon senso e competenza anziché addentrarsi in una difficile trattativa sul valore di Aspi che porterebbe a un ulteriore contenzioso».
Anche dall’opposizione arrivano le accuse al governo che in due anni non ha fatto passi in avanti sulla revoca. «Confermata la concessione ad Autostrade – ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini –. Cosa non si fa per salvare la poltrona, i 5Stelle sono ridicoli e bugiardi, due anni di menzogne e tempo perso». Il presidente della regione Liguria e leader di Cambiamo Giovanni Toti ha puntato il dito contro le forze della maggioranza: «Due anni di latrati, ringhi, stridore di denti, tintinnare di manette e minacce hanno prodotto quello che si immaginava fin dall’inizio: la concessione autostradale è ancora lì, gli investimenti non sono stati fatti, i controlli sono partiti in ritardo e il ponte viene restituito a chi ha ancora la concessione nonostante i vaniloqui del governo».
Stato d’avanzamento dei lavori e inaugurazione
Il nuovo viadotto sul Polcevera è quasi realtà. Mercoledì è iniziata l’asfaltatura della carreggiata. Consiste in un “tappeto” di sette centimetri, chiamato binder, che viene applicato con un rullo al materiale già depositato nei giorni scorsi. La posa avviene dal centro del ponte verso le estremità. Lo step successivo sarà il completamento della strada con lo strato di usura: un’ulteriore parte di asfalto dello spessore di quattro centimetri. Bisognerà anche installare i 43 lampioni: uno in ricordo di ogni vittima. Mancano solo pochi dettagli e le pratiche da sbrigare. «I lavori saranno terminati entro il 29 luglio, come da cronoprogramma», ha rassicurato Bucci.
Il grande evento è alle porte. I parenti delle vittime, riuniti in un comitato, non saranno all’inaugurazione del nuovo ponte. «Saremo onorati se nella cerimonia saranno nominate le nostre vittime, che meritano un posto in prima fila, ma come Comitato non parteciperemo all’evento di inaugurazione, quel momento in quel luogo non può essere parte di noi».
«Ci siamo mossi con forza quando abbiamo capito che l’evento di inaugurazione sarebbe diventato un evento mediatico di grande festa». I familiari delle vittime hanno sempre sperato in un’inaugurazione sobria, perché «l’unica festa sarà quando verrà fatta giustizia e avremo la certezza che vengano effettuai controlli e manutenzioni per evitare che una tragedia come quella possa avvenire di nuovo». I cari delle vittime hanno comunque richiesto e ottenuto un momento intimo per l’inaugurazione del “Cerchio dei 43 alberi”, a cui stanno lavorando i giardinieri e che sarà un primo abbozzo del memoriale delle vittime.