Politica, cosa succederà dopo le regionali?

Il premier Renzi

Chi ricorda un’elezione italiana in cui una parte si sia dichiarata perdente? Credo nessuno, perché l’abilità oratoria (o forse manipolatoria?) dei nostri politici è stata tale, nel tempo, che anche dinanzi a numeri schiaccianti si è sempre trovato l’argomento per sostenere che, nella realtà dei fatti, quel partito non aveva perso.

 

Ebbene, la particolarità dei risultati delle elezioni regionali svoltesi a fine maggio, pare essere proprio quella di consentire a tutti, per una volta, di dichiararsi vincenti o almeno non perdenti. Il Pd è sceso notevolmente come consensi in termini assoluti? È vero, ma tanti voti si sono riversati sulle liste civiche di appoggio e quindi non si può sapere se vero calo è stato. Ha perso la Liguria, dove si è inopinatamente affermato un non-ligure pesce-fuori-dell’acqua come Giovanni Toti? Si, ma la colpa è dei “rosiconi” della sinistra-sinistra che hanno pianificato la sconfitta del pd e presentato un candidato per disperdere i consensi.

 

Forza Italia esce a pezzi e sorpassata dalla Lega Nord? È vero, ma ha anche dimostrato che quando fa da traino per la coalizione dell’intero centro-destra, è indispensabile alla sua vittoria. Come in Liguria, appunto. Lega Nord e M5S esultano per ragioni ancora più solide, giacché la prima è l’unica lista che ha ottenuto un incremento dei voti e il secondo ha superato brillantemente un esame difficile e può ora mostrarsi come una forza consolidata. Naturalmente i protagonisti sono anche altri: c’è Fratelli d’Italia, c’è il Nuovo centro destra, ci sono le liste nate dalle scissioni…

 

A volersi addentrare nella giungla elettorale italiana, sarebbe vietato anche trascurare i fenomeni sempre presenti di consenso locale che fanno capo a singoli candidati (spesso figli d’arte), capaci di rastrellare migliaia di preferenze e di catalizzare potere quanto un partito.

 

Si potrebbe anche scegliere di scavare dentro una vicenda che ha segnato queste elezioni e verrà ricordata: quella malamente denominata degli “impresentabili” e in specie il caso De Luca, candidato vincente in Campania, un capolavoro di attorcigliamento normativo che solo nella patria del diritto si può dare. Intendiamoci, non un banale inciampo oltre il quale saltellare; vedremo che si tratta di un fatto capace di svelare le nudità del re e per uscirne il governo dovrà seriamente prendere in considerazione l’emanazione di un decreto-legge, se le arti interpretative dei nostri giuristi non soccorreranno. Ma lasciamo queste analisi a giuristi e politologi… (l'articolo completo potrà essere letto sul numero 12 di Città Nuova rivista).

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