Il poker specchio della vita
Con la sua stringente contemporaneità e la sua universalità fuori dal tempo, la parabola di Regalo di Natale, tratto da uno dei più bei film di Pupi Avati, lucido, amaro, avvincente, è il trionfo del singolo sul collettivo, è la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, è il simbolo di una teatralità doppia e meschina, è un’amara riflessione su come stiamo diventando. O su come forse siamo già diventati. In una villa, la notte di Natale, quattro amici di vecchia data che non si vedono da dieci anni, si ritrovano per giocare una partita di poker e incontrano quello che è designato ad essere il “pollo” da spennare, il misterioso avvocato Santelia, un ricco industriale contattato da Ugo per partecipare alla partita, un uomo sulla sessantina, ricco e ingenuo, che sembra addirittura trovare consolazione nel perdere. In realtà è il presunto “pollo” a trovarsi di fronte quattro uomini che nella vita hanno giocato col destino e che, in un modo o nell’altro, hanno perso. La partita si rivela ben presto tutt’altro che amichevole. Sul piatto, oltre a un bel po’ di soldi, c’è il bilancio della vita di ognuno: i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. “Regalo di Natale” di Pupi Avati, adattamento teatrale Sergio Pierattini, regia Marcello Cotugno, scenografie Luigi Ferrigno, costumi Alessandro Lai, luci Pasquale Mari, con Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase. Produzione La Pirandelliana. A Roma, Teatro Quirino, fino al 19/5.
Scene dal Faust di Goethe
Il grande mito del Faust, è il racconto di un sapiente studioso di teologia, filosofia e scienze naturali che, per ottenere conoscenze ancora più vaste, potere e giovinezza, vende la propria anima a Mefistofele mediante un contratto firmato col sangue. Attraverso Goethe questo personaggio che aspira alla totalità della conoscenza e all’eterna giovinezza è divenuto parte dell’immaginario collettivo della cultura occidentale, oltre che simbolo della crisi della coscienza e dell’anima dell’uomo contemporaneo. Nella prima parte del Faust, quella che viene presa in esame da questo spettacolo del regista Federico Tiezzi, è centrale la figura di Mefistofele: che si pone come il doppio speculare di Faust, la sua metà, il suo alter ego e, freudianamente, la proiezione del suo inconscio. Il Faust goethiano è puro teatro: luogo in cui si incontrano la potenza dell’epos e l’intimità della lirica, la speculazione filosofica e l’afflato della Storia nel suo incontro con la Natura: temi che si riversano sulla scena nella complessità di un dramma cosmico che gira su due perni, il bene e il male. “Scene da Faust” di Johann Wolfgang Goethe, versione italiana di Fabrizio Sinisi, regia e drammaturgia di Federico Tiezzi; con Sandro Lombardi, Marco Foschi, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Fonte Fantasia, Francesca Gabucci, Ivan Graziano, Leda Kreider, Luca Tanganelli, Lorenzo Terenzi; scene e costumi Gregorio Zurla, luci Gianni Pollini. Produzione Teatro Metastasio di Prato, Compagnia Lombardi-Tiezzi. A Prato, Teatro Metastasio, dall’11 al 19/5.
Periferico Festival a Modena
Il Festival di teatro, danza e musica, diretto dal collettivo Amigdala, dall’8 al 12 maggio, vedrà il Villaggio Artigiano di Modena Ovest abitato da creazioni site-specific nate appositamente per le case, i giardini e le officine dello storico quartiere, legate al riuso degli spazi e all’immaginazione di nuove forme di attraversamento dei territori. Il programma propone un progetto di direzione artistica plurale, affidato a 6 artisti selezionati: Dewey Dell/Teodora Castellucci (danza), Effetto Larsen/Matteo Lanfranchi (teatro), Enrico Malatesta (musica) Leonardo Delogu con Valerio Sirna (performance urbane), Isabella Bordoni con archivio Cesare Leonardi (arte contemporanea). A ciascuno è stata assegnata una giornata da programmare con la propria cura e direzione, scegliendo di ospitare altri artisti, pensatori, interventi per esprimere al meglio quanto emerso nella relazione tra il loro sguardo e il quartiere al termine di una residenza.
Lo Straniero di Camus
Il testo della drammaturga Francesca Garolla, liberamente ispirato a Lo Straniero del Premio Nobel Albert Camus, vede al centro della scena l’attore Woody Neri, dare voce a un personaggio sfaccettato e complesso, un uomo che racconta una storia attraversando le pagine del romanzo quasi fossero pagine della sua stessa vita. Un uomo che ci narra, dal suo punto di vista, ironico, tagliente ma al contempo drammatico, la storia di Meursault, l’assassino apparentemente senza sentimenti, che Camus ci ha fatto conoscere nel suo libro. “Lo Straniero – Un funerale”, di Francesca Garolla , regia di Renzo Martinelli, con Woody Neri. Produzione Teatro i , spettacolo inserito in Invito a Teatro. A Milano, Teatro i, dall’8 al 29/5.
Pink Floyd e Carmen Suite, due balletti a Palermo
In un’unica serata (dall’8 al 14 maggio) il Teatro Massimo propone Pink Floyd – Atom Heart Mother, creazione di Micha van Hoecke per il Corpo di Ballo del Massimo di Palermo, e Carmen Suite, coreografia di Alberto Alonso. Pink Floyd è il racconto di ricordi legati alla vita del coreografo belga: l’arrivo a Parigi, la scoperta della libertà, anche grazie alla musica dei Pink Floyd, ma anche il rapporto con la madre, con il padre, con la sorella gemella Marina, alla quale è dedicata questa coreografia. Ospite d’onore nel ruolo del padre è Denis Ganio. Carmen Suite vede come artisti ospiti Svetlana Zakharova, étoile del Teatro Bol’šoj di Mosca e della Scala di Milano, e Tatiana Tkačenko (Carmen), Denis Rodkin, Ivan Oskorbin (Don José) e Mikhail Lobukhin (Escamillo), tutti primi ballerini del Bol’šoj. La coreografia, che racconta la tragica storia di Carmen, donna libera che sconta con la vita la sua rivendicazione della libertà di passare dall’amore di Don José a quello di Escamillo, è stata ripresa dalla vedova e musa di Alonso, Sonia Calero, e da Maria Cristina Alvarez, con le musiche di Rodion Ščedrin che rielaborano i temi dell’opera di Georges Bizet.
A Bologna trittico del Ballet Nice Méditerranée
Diretto dal danzatore e coreografo Éric Vu-An, il Ballet Nice Méditerranée presenta un programma di classici del balletto moderno intitolato Trittico. In L’Arlésienne, balletto di Roland Petit su musiche di Georges Bizet (supervisione coreografica di Luigi Bonino, costumi di Christine Laurent e luci di Jean-Michel Désiré) al centro del soggetto la storia d’amore e morte di Frédéric che, ossessionato dal fantasma di una femme fatale un tempo amata, trascura l’affetto reale e sincero della giovane Vivette, fino ad arrendersi a un destino tragico. Solisti Zaloa Fabbrini e Alessio Passaquindici. Nel passo a due Three Preludes, coreografia di Ben Stevenson su musiche di Sergej Rachmaninov, a partire da una situazione quotidiana come quella degli esercizi alla sbarra di due ballerini, Stevenson sviluppa una raffinata storia d’amore sulle note di Rachmaninov. Solisti Marlen Fuerte Castro e Luis Valle. Nei 5 Tangos, ideati nel 1977 da Hans van Manen, le musiche di Astor Piazzolla si coniugano con passi che mescolano suggestioni classiche e influenze tanguere, il tutto amalgamato dai colori rosso e nero. In coppia nell’assolo danzano Marlen Fuerte Castro e Zhani Lukaj. A Bologna, Teatro Comunale per la Stagione di Danza 2019, l’11 e 12/5.