Plastica, una strategia europea per ambiente ed economia

La Unione europea ha adottato una strategia europea sulla plastica volta a proteggere l'ambiente dall'inquinamento da plastica e, allo stesso tempo, a promuovere la crescita e l'innovazione, modificando la progettazione, la realizzazione, l'uso e il riciclaggio dei prodotti in plastica.
Plastica AP Photo/Yves Logghe, File

Una strategia europea mira a ridurre la produzione e la dispersione dei rifiuti di plastica per proteggere il pianeta e i cittadini e responsabilizzare le imprese

Secondo i dati della Commissione europea, ogni anno i cittadini dell’Unione europea (UE) generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30 % è raccolta per essere riciclata, mentre nel mondo si calcola che le materie plastiche rappresentino l’85 % dei rifiuti sulle spiagge. Le materie plastiche raggiungono anche i polmoni e gli alimenti delle persone, a causa della presenza nell’aria, nell’acqua e nel cibo di microplastiche i cui effetti sulla salute umana restano sconosciuti.

Per questo, l’UE ha adottato una strategia europea sulla plastica volta a proteggere l’ambiente dall’inquinamento da plastica e, allo stesso tempo, a promuovere la crescita e l’innovazione, modificando la progettazione, la realizzazione, l’uso e il riciclaggio dei prodotti in plastica nell’UE. A molti è oggi noto il divieto di realizzare prodotti di plastica monouso come cannucce, cotton fioc, posate e piatti entro il 2021.

Del resto, esiste anche un notevole interesse commerciale nel modificare il modo in cui i prodotti sono progettati, realizzati, utilizzati e riciclati nell’UE, che mira ad assumere un ruolo guida in questa transizione che, al contempo, dovrebbe incentivare la creazione di nuove opportunità di investimento e, sviluppare la competitività, nonché favorire la creazione di nuovi posti di lavoro. Secondo i dati di PlasticsEurope, che raggruppa i produttori di plastiche, nell’UE vengono prodotte circa 62 milioni di tonnellate di plastiche all’anno (pari al 17% della produzione mondiale), con un giro d’affari di circa 360 miliardi di euro, con oltre 60.000 imprese e l’impegno di una forza lavoro di più di 1,6 milioni di persone.

Infatti, oltre che recare danni all’ambiente, spesso il modo in cui le materie plastiche sono attualmente prodotte, utilizzate e smaltite non permette di cogliere i vantaggi economici derivanti da un approccio più circolare. Il duplice obiettivo della strategia europea sulla plastica è quello di tutelare l’ambiente e, al tempo stesso, di porre le basi per una nuova economia delle materie plastiche, in cui la progettazione e la produzione rispettano pienamente le necessità del riutilizzo, della riparazione e del riciclaggio e in cui sono sviluppati materiali più sostenibili.

La Commissione europea, con la strategia europea sulla plastica, ha quindi adottato un quadro di monitoraggio, costituito da una serie di dieci indicatori chiave che coprono tutte le fasi del ciclo di produzione, utilizzo e smaltimento, che misurerà i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale ed europeo. Tra le iniziative più significative, la strategia europea sulla plastica prevede che tutti gli imballaggi di plastica sul mercato dell’UE saranno riciclabili entro il 2030, l’utilizzo di sacchetti di plastica monouso sarà ridotto e l’uso intenzionale di microplastiche sarà limitato.

La strategia europea sulla plastica intende, innanzitutto, favorire la riduzione dei rifiuti di plastica e, dopo avere ridotto l’uso dei sacchetti di plastica, i nuovi piani si concentreranno su altri prodotti di plastica monouso e attrezzi da pesca, sostenendo campagne di sensibilizzazione nazionali. La Commissione europea adotterà inoltre nuove misure per limitare l’uso delle microplastiche nei prodotti e stabilire l’etichettatura delle plastiche biodegradabili e compostabili.

La strategia europea sulla plastica mira a rendere il riciclaggio redditizio per le imprese. Per questo, saranno sviluppate nuove norme sugli imballaggi al fine di migliorare la riciclabilità delle materie plastiche utilizzate sul mercato e accrescere la domanda di contenuto di plastica riciclata. Con l’aumento della plastica raccolta, si renderebbe necessaria la creazione di impianti di riciclaggio perfezionati e con una capacità maggiore, oltre a un sistema per la raccolta differenziata e lo smistamento dei rifiuti in tutta l’UE migliore e standardizzato. In questo modo sarà possibile risparmiare circa un centinaio di euro per tonnellata raccolta e si creerà inoltre valore aggiunto per un’industria delle materie plastiche più competitiva e resiliente.

La strategia europea sulla plastica auspica la fine della dispersione di rifiuti di plastica in mare e, pertanto, le nuove disposizioni relative agli impianti portuali di raccolta si concentreranno sui rifiuti marini nelle acque, prevedendo misure intese a garantire che i rifiuti generati a bordo di imbarcazioni o raccolti in mare non siano abbandonati, ma riportati a terra e lì adeguatamente gestiti. Sono inoltre comprese misure volte a ridurre l’onere amministrativo che grava sui porti, le navi e le autorità competenti.

La strategia europea sulla plastica orienterà anche gli investimenti e l’innovazione: la Commissione europea fornirà orientamenti alle autorità nazionali e alle imprese europee su come ridurre al minimo i rifiuti di plastica fin dal concepimento dei prodotti. Il sostegno all’innovazione sarà aumentato, con 100 milioni di EUR di finanziamenti ulteriori per lo sviluppo di materiali plastici più intelligenti e più riciclabili, per processi di riciclaggio più efficienti e per tracciare e rimuovere le sostanze pericolose e i contaminanti dalle materie plastiche riciclate.

Infine, la strategia europea sulla plastica dovrebbe stimolare il cambiamento in tutto il mondo. Grazie alla collaborazione con i propri partner, l’UE proporrà infatti soluzioni globali e si impegnerà a sviluppare standard internazionali.

La strategia europea sulla plastica è inserita nel più vasto insieme di attività dell’UE a favore dell’ambiente, che viene esplorato nel numero di settembre della rivista Città Nuova: è impegnativa ma assolutamente realizzabile se, oltre la volontà politica, vi sarà l’impegno concreto degli Stati membri, delle imprese e dei consumatori.

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